Blog Religioso

Questo blog è rivolto a tutti quelli che hanno fame e sete di Dio



lunedì 29 febbraio 2016

NOVENA A GESU’ BAMBINO DI PRAGA



1 ° giorno:

O Bambino Gesù, eccomi ai tuoi piedi. Mi rivolgo a Te che sei tutto. Ho tanto bisogno del tuo aiuto! Donami, o Gesù, uno sguardo di pietà e, poiché sei onnipotente, soccorrimi nella mia necessità..

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

Preghiamo:
Dio, che costituisti l'Unigenito tuo Figlio Salvatore del genere umano e ordinasti che si chiamasse Gesù, concedi propizio che di Colui il cui Santo Nome veneriamo in terra possiamo godere in cielo anche la vista. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.


2 ° giorno:

O splendore dei Padre celeste, nel cui volto rifulge il raggio della divinità, io t'adoro profondamente, mentre ti confesso vero Figlio di Dio vivo. T'offro, o Signore, l'umile omaggio di tutto il mio essere. Deh! ch'io non abbia mai a separarmi da Te, mio sommo Bene.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

3 ° giorno:

O Santo Bambino Gesù, nel contemplare il tuo volto da cui traspare il più dolce sorriso, mi sento animato da viva fiducia. Sì, tutto spero dalla Tua bontà. Irradia, o Gesù, su di me e su quanti mi sono cari i tuoi sorrisi di grazia, ed io esalterò la tua infinita misericordia.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

4 ° giorno:

O Bambino Gesù, la cui fronte è recinta di corona, io ti riconosco per mio assoluto sovrano. Non voglio più servire al demonio, alle mie passioni, al peccato. Regna, o Gesù, su questo povero cuore, e rendilo tutto tuo per sempre.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

5 ° giorno:

Io ti contemplo, o Redentore dolcissimo, rivestito d'un manto di porpora. E la Tua divisa regale. Come essa mi parla di sangue! Quel Sangue che hai sparso tutto per me. Fa', o Gesù Bambino, che io corrisponda a tanto tuo sacrificio, e non ricusi, quando m'offrirai qualche pena, di soffrire con Te e per Te.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

6 ° giorno:

O amabilissimo Bambino, nel mirarti sorreggere il mondo, il mio cuore si riempie di gaudio. Fra gli innumerevoli esseri che sostieni, vi sono anch'io. Tu mi vedi, mi sorreggi ad ogni istante, mi custodisci come cosa tua. Veglia, o Gesù, su quest'umile essere e sovvieni alle molte sue necessità.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

7 ° giorno:

Sul tuo petto, o Bambino Gesù, sfavilla una croce. E il vessillo della nostra Redenzione. Anch'io, o divin Salvatore, ho la mia croce, che, sebbene leggera, troppo spesso mi opprime. Aiutami Tu a sostenerla, perché la porti sempre con frutto. Ben sai quanto sono debole e vile!

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria
Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

8 ° giorno:

Insieme con la Croce, sul tuo petto io scorgo, o Bambino Gesù, un aureo cuoricino. E l'immagine del Cuor tuo, veramente d'oro per infinita tenerezza. Tu sei l'Amico vero, che generosamente si prodiga, anzi s'immola per la persona amata. Riversa ancora su di me, o Gesù, l'ardore della tua carità, e insegnami a corrispondere una volta a tanto tuo amore.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.

9 ° giorno:

La tua destra onnipotente, o Grande Piccino, quante benedizioni ha mai versato su quelli che ti onorano e t'invocano! Benedici anche a me, o Bambino Gesù; all'anima mia, al mio corpo, ai miei interessi. Benedici alle mie necessità per soccorrerle, ai miei desideri per compierli. Ascolta pietoso i miei voti, ed io benedirò ogni giorno il Nome tuo Santo.

1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria

Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che insistentemente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo beneplacito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.

Inno: (da ripetere per i nove giorni assieme alla preghiera)

Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio.

Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Nè la lingua basta a dirlo nè lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù.. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in Te sempre per tutti i secoli. Amen.


PREGHIERA AL SANTO BAMBINO DI PRAGA

O Dio fatto uomo, fatto Bambino per noi, Ti abbiamo messo una corona sul capo, ma lo sappiamo che Tu la cambierai con una corona di spine.

Ti vogliamo onorare su un trono con vesti sgargianti, ma tu sceglierai per trono la croce e per vesti il tuo sangue.

Ti sei fatto uomo ed hai voluto essere piccolo per accostarti di più a noi

La tua umanità piccola, fragile come quella di tutti i bambini ci attira ai tuoi piedi e ti vogliamo onorare. Ti contempliamo in braccio alla Mamma tua, Maria

Qui ti vuoi presentare a noi da solo, ma è sempre Lei che ti offre a noie noi vogliamo darti il primo posto nella nostra vita.

Vogliamo che regni in questo mondo tanto distratto,che regni nei nostri cuori, nei nostri affetti, nei nostri desideri, in tutta la nostra vita, presentata a Te sempre da Maria..

Ti raccomandiamo tutti i bambini del mondo, ti raccomandiamo le mamme di tutti i bambini. 

Davanti al tuo Trono presentiamo le mamme che hanno in braccio un bambino che soffre.

In modo particolare mettiamo ai tuoi piedi le mamme che non possono avere bambini e li vorrebbero,e le mamme che non vogliono averne....

Gesù Bambino, entra nei nostri cuori, entra nel cuore di tutte le mamme e in quello dei nostri piccoli appena concepiti.

Prendi possesso di questi cuoricini che già battono nel seno delle loro mamme,anche se queste ancora non lo sanno, e fa' che quando lo scopriranno,insieme alla presenza di una nuova vita, sentano la tua Presenza.

Sei Tu il creatore della vita e anche se ti servi tante volte dei nostri capricci, facci capire che la vita ormai concepita non appartiene più a noi ma è tua, Dio dei piccoli e dei grandi.

Ferma quelle volontà sacrileghe che vorrebbero gettare via una vita nella quale hai già preso possesso tu, Divino Fanciullo.

Guarda infine i bimbi senza mamma. Diventa il loro fratellino, donando loro, come a noi, sempre, la tua mamma, Maria!


PREGHIERA DELLO STUDENTE

al Miracoloso Bambino Gesù di Praga Protettore degli Studenti

O Bambino Gesù, eterna ed incarnata Sapienza, che dalla tua soave immagine di Praga dispensi a tutti generosamente le tue grazie, e in particolare alla gioventù studiosa che a te si affida, deh, volgi be­nigno lo sguardo sopra di me che t'invoco a protezione dei miei studi.

Tu, Uomo Dio, sei il Signore della scienza, la fonte dell'ingegno e della memoria: vieni dunque in soccorso alla mia debolezza. Il­lumina la mia mente, rendendomi facile 1' acquisto della verità e del sapere; rafforza­mi la memoria perché possa ritenere quan­to ho appreso; nei momenti difficili sii Tu mia luce, sostegno e conforto.

Dal tuo divìn Cuore imploro la grazia di adempiere fedelmente tutti i miei doveri di studio, e di trarne i migliori frutti, per avere poi la gioia di felici scrutini, e in particolar modo una buona promozione. Io ti prometto, anche per meritare le grazie invocate, di essere fedele in tutti i miei doveri cristiani e di amarti sempre più.

O dolce Bambino di Praga, custodiscimi ogni giorno sotto il provvido tuo manto, e guidami soprattutto, oltre che nell'ascesa del sapere, sulla via dell'eterna salvezza. Così sia.

PREGHIERA AL BAMBIN GESU’

O Gesù, che hai voluto farti bambino, mi avvicino a Te con fiducia.

Credo che il tuo amore premuroso prevenga ogni mia necessità, e anche per l'intercessione della tua santa Madre, Tu possa veramente venire incontro a ogni mia necessità, spirituale e materiale, se ti prego secondo la tua Volontà.

Ti amo con tutto il cuore e con tutte le forze del mio animo.

Ti chiedo perdono se la mia debolezza mi induce al peccato.

Ripeto con il tuo Vangelo Signore, se Tu vuoi puoi guarirmi.

A Te lascio decidere il come e il quando.

Sono disposto anche ad accettare la sofferenza, se questa è la tua Volontà, ma aiutami a non indurirmi in essa, rendendola infruttuosa.

Aiutami a essere servitore fedele, e ad amare, per amor tuo, divino Bambino, il mio prossimo come me stesso.

Bambino onnipotente, ti prego con insistenza di assistermi in questo momento nella mia attuale circostanza (qui si può esprimere). Donami la grazia di rimanere in Te, di essere posseduto e possederti interamente, con i tuoi genitori, Maria e Giuseppe, nella lode eterna dei tuoi celesti servitori. Amen. 


DEVOZIONE A GESU’ BAMBINO DI PRAGA



La devozione al S. Bambino di Praga è una forma o espressione particolare della devozione a Gesù Bambino e ai misteri della sua santa Infanzia: devozione, questa, che fa parte della spiritualità cristiana ecclesiale incentrata nella sacratissima Umanità di Gesù.

Tale spiritualità è stata molto sentita nel Carmelo Teresiano sin dalle origini ed ha costituito un oggetto particolarmente amato della sua vita di preghiera contemplativa, dell'ascetica delle virtù, della comunione familiare, delle manifestazioni esteriori della sua religiosità, del suo apostolato ecclesiale

La dolcissima immagine del S. Bambino Gesù di Praga ci rappresenta il Piccolo Re che vuole dominare tutto il mondo con l'amore, con le irresistibili grazie della sua Infanzia, con i favori che desidera dispensare a tutti, specialmente ai piccoli.


E come Egli, per la divina Maternità verginale di Maria, è venuto a noi nell'amore fatto semplicità, umiltà, povertà, dedizione totale, così desidera di averci amici sinceri, umili imitatori della sua povertà e semplicità, che sappiano amare i fratelli come li ama Lui; soprattutto amici che credano e si abbandonino alla tenerezza e alla ricchezza del suo amore: «Più voi mi onorerete, più io vi favorirò ».

L'esperienza di tante anime - basti per tutte Teresa di Gesù Bambino con la sua « piccola via dell'infanzia spirituale» - è una testimonianza convincente che la devozione alla santa Infanzia di Gesù, vivificata dalla meditazione amorosa dei suoi misteri e dall'impegno nell'imitare le sue virtù, è uno stimolo potente per il progresso nel fervore della vita cristiana.

Perciò coltiviamo questa santa devozione e diffondiamola fra le famiglie e specialmente tra i bambini, ai quali sono riservate speciali grazie e favori dall'amore di Gesù Bambino.






domenica 28 febbraio 2016

Il roveto ardente

Esodo 3,1-20


1Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.                                             
Mentre stava pascolando: Dio sa incontrarti nella vita di ogni giorno. “Lo straordinario” l’incontri nell’ordinario.
Oreb: è l’altro nome biblico del Sinai. Cfr. Es 33,6 e la visione del profeta Elia in 1Re 19,1-18.
Il deserto, fatto di silenzio, di solitudine, d’essenzialità, favorisce l’incontro con Dio.

2L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.                         
L’angelo del Signore: qui, come anche altrove (cfr. Es 14,19; 23,23; 32,34), l’angelo indica il Signore stesso, come risulta dal v. 4 in poi.
Il fuocosegno teofanico ricorrente nella Bibbia e in altre religioni.
Il rovetopianta dolorosa, nella quale si rivela Dio, anticipa il mistero della CROCE, pianta dalla quale si ri-velerà un Dio che partecipa pienamente al nostro dolore, essendo fattosi carico del nostro peccato. La presenza di Dio “in mezzo a1 roveto” è, secondo l’interpretazione rabbinica, un’affermazione della vicinanza di Dio al suo Popolo nella sofferenza. Rashì, così commenta: «La Torà specifica la natura del cespuglio con uno scopo ben preciso, ossia d’insegnarci qualcosa che è implicito nelle caratteristiche del roveto. Dio, infatti, accompagna il popolo ebraico anche nei periodi più “spinosi” dell’esilio ed è partecipe delle pene dei suoi figli, come è scritto nel Salmo 91,15:“Io mi trovo con lui nella disgrazia”». Sempre sul rovo e il fuoco cfr. Gdc 9,14-15.
Il termine fiamma (in ebraico labbàt), deriva da lev = cuore, ad indicare la parte più interiore, il cuore del fuoco. La manifestazione di Dio all’interno del roveto ardente proclama questa grande verità: «Non vi è luogo al mondo in cui la Shekhinà non si trovi, poiché Egli parlò con Mosè persino dal roveto ardente» (Bemidbàr Rabbà 12,4).

3Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”.                                                                                                                                                        
La curiosità, come desiderio di sapere, può essere l’inizio della conoscenza di Dio.

4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”.                                                                                                                                     
Dio ci conosce personalmente e ci chiama per nome.
Eccomi!: L’espressione indica la più totale prontezza nell’eseguire la volontà di Colui dal quale si viene convocati (cfr. Gen 22,11; Is 7,8; Sal 40,8).

5Riprese: “Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!”.                                                                                                                                                
Togliti i sandali!”: a differenza di Adamo, accetta la tua nudità! Accetta i tuoi limiti davanti a Dio e agli altri (cfr. Gen 3,11-12).
Terra santaè la presenza di Dio a rendere santo il luogo e ogni luogo dove Egli s’incontra con l’uomo (cfr. Gv 4,20-24; e in Lc 1,8-9 l’annunciazione a Zaccaria e in Lc 1,26 l’annunciazione a Maria).

6E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.                
Il Dio di Abramo: In Mt 22,32, Gesù cita quest’autorivelazione di JHWH, per affermare che Dio è Signore della storia, è “il Dio dei viventi”.
Il coprirsi il volto da parte di Mosè sottolinea la trascendenza di Dio.
La pauraè la naturale reazione umana di fronte al divino, a ciò che ci trascende.

7Il Signore, יהוה disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze.     
יהוה, Hashèm, il Nome, viene impiegato in questo versetto del brano perché in esso si fa menzione della misericordia divina.Il tetragramma, infatti, indica tale attributo di Dio, mentre Elo-him indica la sua giustizia, e Shaddày la potenza di Dio sulla natura.
Dio è compassionevole: si accorge della miseria “oggettiva” del suo Popolo perciò fa sì che ogni lamento che nasce dallamiseria “soggettiva si cambi in efficace preghiera.

8Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo.                           
Sono sceso: scendere è il verbo dell’Incarnazione, soprattutto secondo l’evangelista Giovanni.
La liberazione è il perché dell’intervento di Dio.
Salire = Uscire: è l’Esodo per la salvezza.
Una terra dove scorrono latte e miele”: espressione ricorrente per indicare la fertilità di Canaan, terra promessa ad Abramo (cfr. Gen 12,4-7). Una fertilità che, a differenza di quella dell’Egitto, dipende tutta dalla provvidenza di Dio.


9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”.
Mosè riceve una chiamata per una missione, egli è chiamato ad essere collaboratore di Dio, a servire i fratelli in nome di Dio.

11Mosè disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?”. 12Rispose: Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto,servirete Dio su questo monte”.           
Il servizio a Dio è segno che è veramente cessata la schiavitù agli Egiziani.

13Mosè disse a Dio: “Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?”. 14Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”.                                                                                    
Secondo una etimologia popolare, il tetragramma sacro, cioè le quattro consonanti ebraiche יהוה YHWH con le quali è indicato il Nome di Dio, viene spiegato con l’accostamento al verbo “essere” (hayah) . Il significato di questo verbo, però, non va inteso tanto come una definizione filosofica di Dio: “Colui che ha l’essere per essenza”, ma come un “essere per”. Dio è colui che si rende “presente a”, che è “in favore di”. Non dobbiamo, dunque, intendere la risposta di Dio in senso filosofico, ma esistenziale e storico. Dio è colui che si è coinvolto con la storia del Popolo di Abramo. È l’affermazione dell’Alleanza: JHWH è sempre presente accanto ad Israele, come ha detto di stare sempre con Mosè.

E aggiunse: “Così dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. 15Dio disse ancora a Mosè: “Dirai agli Israeliti: “יהוה, il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.                                                              
יהוה, il Signore: la pronunzia esatta del tetragramma sacro non è giunta fino a noi. A partire dal periodo del secondo tempio, il nome di Dio non venne più pronunciato, a motivo della sua santità, e venne sostituito probabilmente dal termine Adonay (in greco Kyrios, che significa Signore).
La “Presenza” passa accanto, anzi dentro la storia di persone ben determinate: Abramo, Isacco, Giacobbe.

16Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. 17E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione [dalla schiavitù] dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”.
Lista di sei popoli abitanti in Canaan prima dell’ingresso d’Israele; (in Dt 7,1 diventano sette con l’aggiunta dei Gergesei).

18Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”.                                                    
Il Dio degli Ebrei: Il termine ebreo, in ebraico ‘ivrì deriva da èver hannàhar = al di là del fiume (Eufrate).
Tre giorni: rimando al simbolismo della Pasqua di Cristo.

19Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. 20Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare.                                                                                            





Parabola del fico sterile

Dal Vangelo secondo Luca 13, 6-9


Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».




Gesù prende occasione da due avvenimenti di cronaca, una repressione dei romani all’interno del Tempio e la tragedia delle diciotto vittime sotto il crollo della torre di Siloe, per raccontare questa parabola. La parabola del fico sterile vuole evidenziare soprattutto un "nuovo" aspetto di Dio, l’intento di Gesù è quello di annunciare un diverso modo di Dio di interpretare la storia e gli eventi, ossia la presenza di un Dio che è tutto amore e misericordia: "Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (1).

La parabola contiene due messaggi: da un lato il padrone che, non trovando frutti sull’albero, dice al contadino di tagliarlo; dall’altro, lo stesso padrone, dopo avere ascoltato il contadino, rinvia la decisione nella speranza che il lavoro del contadino renda, finalmente, fertile il fico.

Il centro della parabola è caratterizzato dalla consapevolezza che ci deve spingere a ripensare il nostro modo di vivere, occorre un ripensamento globale, un cambiamento della nostra vita che vada alla radice delle nostre azioni e decisioni. Questo è quello che vuole il Signore da noi: desidera la nostra conversione.

Conversione significa cambiare atteggiamento, significa ri-orientare la nostra vita: questo è il frutto che ci è richiesto. E’ la grande responsabilità che viene a noi dai doni che il Signore ci ha dato. Così l’amore che Egli ci porta, se rifiutato, diventa ragione della nostra condanna: "Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo".

Convertirsi consiste nell’avere sempre più vivo il senso di Dio, ossia il senso della sua presenza e della sua misericordia per ognuno di noi, nessuno escluso, e il tentativo di vedere le cose come Lui le vede. Consiste ancora nel gustare come è buono il Signore e rifugiarsi in Lui. Non è uno sforzo della nostra coscienza, ma è una grazia da ricevere con gioia, è un dono di misericordia, è un’apertura a Colui che ci vuole bene. Convertirsi vuol dire scoprire un Dio che ci ama in Gesù Cristo, è scoperta di non poter andare avanti da soli con le proprie forze e di aver bisogno di una relazione con un’altra Persona che ci salva: Gesù Cristo. Chi non si converte, è come il fico della parabola: la sua vita è sterile, lo è perché non si converte e non crede, tanto meno collabora alla venuta del Regno di Dio.

Spesso però, da parte nostra, questa luce di Dio viene rifiutata, per questo motivo il dialogo di salvezza tra Dio e l’uomo spesso non riesce a realizzarsi in pienezza. L'arco della misericordia, saldamente radicato sulla iniziativa divina rimane come sospeso, perché non trova la risposta dell'uomo, perché non riesce a posarsi sulla replica dell'uomo che non accetta il dono di Dio. Ecco la grande novità del nostro carisma, Gesù è venuto a portare "il fuoco sulla terra" (Mt. 3,7-12), però questo fuoco non è quello della collera o della vendetta di Dio, ma quello dell’amore misericordioso.

Così scriveva la Madre Speranza: "Care figlie, mi chiedete come potete verificare un tale cambiamento in voi, ossia la trasformazione di cui abbiamo parlato. Io credo che sia necessaria una forza di attrazione verso l'alto, verso Dio. L'uomo si sente meravigliosamente attratto da Gesù, sia con la forza della verità, sia con il potere della giustizia, sia con il fascino della bontà e della bellezza che risplendono in Gesù sacrificato." (2)

Per la Madre essere chiamati a convertirsi è un atteggiamento importante per vivere fino in fondo la paternità di Dio nella nostra vita, così evidenziava nelle Letture per Esercizi Spirituali: "Quanta differenza tra una conversione e l'altra! Alcune sono profonde, serie e durature come quella di Pietro che non tornò a rinnegare Gesù; altre sembrano una tempesta, un temporale passeggero. Queste ultime sono frutto solo dell'emotività, e non della volontà." (3)

La parabola del fico sterile ha quindi lo scopo di precisare la minaccia del giudizio imminente e il conseguente appello alla conversione: Venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò". E’ come se Gesù volesse mettere in guardia da due possibili equivoci. C’è chi pensa:"ormai è troppo tardi, la pazienza di Dio si è esaurita", oppure di chi pensa: "Dio è paziente, c’è sempre tempo". La giusta posizione è un’altra: Dio è paziente, Dio è misericordioso, ma la sua pazienza non si può programmare, le possibilità di salvezza sono sempre aperte:"Signore, lascialo ancora quest’anno, che io abbia tempo di dissodare e concimare il terreno". Il tempo che si prolunga è segno di misericordia, non assenza di giudizio. Il tempo si prolunga per permetterci di approfittare, non per giustificare il rimando o l’indifferenza. Il tempo è decisivo, non perché è breve, ma perché è carico di opportunità decisive, qualunque sia la sua durata.

Ma sicuramente l’aspetto più importante della parabola è sicuramente il dialogo tra il padrone della vigna e il contadino, impersonificato nelle parole: "lascialo ancora tre anni". Tra il padrone e il contadino si insatura un rapporto di intercessione per l’umanità arida e indifferente. Il Cristo tenta, quindi, di provocare una possibilità che l’albero si metta a fare frutti anche attraverso il suo benefico aiuto. Cristo non vuole che il suo lavoro di "tre anni" del suo intenso ministero di morte e risurrezione sia inutile e supplica il Padre di attendere ancora un anno, finché finalmente questo albero, riesca a sbocciare, a fiorire, a fruttificare in una risposta di amore e di fecondità.

Qui è in gioco uno degli aspetti più importanti del nostro carisma: la Pazienza di Dio! Le Scritture più volte attestano che la "pazienza" è uno delle prerogative più importanti di Dio. Secondo il libro dell’Esodo Dio è il "paziente" (4), "Dio è paziente e misericordioso" (5), evidenzia il libro del Siracide.

Si canta così nel salmo 103: "Benedici, anima mia, il Signore: non dimenticare i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie, salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia... Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno. Non ci tratta secondo i, nostri peccati, non ci ripaga secondo i nostri errori... Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono."

Questa parabola vuole ancora una volta sottolineare che esiste un Dio completamente innamorato dell’uomo, un Dio fortemente interessato e pienamente impegnato verso tutti gli "alberi" che non producono frutto. L’Amore Misericordioso non si arrende di fronte all’aridità del cuore umano e continua a riversare su di esso tutte quelle cure amorevoli che sono necessarie perché esso si svegli dallo stato di torpore improduttivo, per fargli conoscere nuove stagioni primaverili. E’ tipico e proprio dell’Amore avere pazienza, continuare a sperare, prorogare le scadenze, prolungare le attese, concedere nuove opportunità, essere misericordiosi, fare continui e ripetuti sacrifici per non perdere nessuno, lottare con tutte le sue forze e fino allo stremo pur di dare la vita stessa, pur di salvare la persona amata.

La parabola del fico ci fa vedere questo aspetto di Dio, del suo amore per noi, ci mette di fronte alla grandezza del suo amore per dare luce ai nostri occhi, per svegliarci dalla nostra pigrizia, per alimentare in noi il desiderio di corrisponderlo con la piena partecipazione alla sua vita di amore.

Il Signore è il contadino paziente e innamorato, non si ferma di fronte alle nostre sterilità, ci circonda con il suo Amore, con la sua cura, con la zappa e il concime, sa attendere le nostre stagioni migliori come solo la misericordia sa attendere e sperare. Quante volte il "fico" della nostra vita sarebbe stato da tagliare se il Signore non ci avesse dato un altro tempo per smuovere il nostro cuore e rivitalizzare le radici. Quante volte, abbiamo detto: "Aspetta", "adesso non posso, abbi pazienza", e il Signore come buon Padre si è seduto e ci ha aspettato lungo il nostro cammino.

Dio ha pazienza con noi, non ci taglia subito. Si prende cura di noi con tutti i mezzi d'amore che lui conosce. Strumenti a volte misteriosi che solo Lui sa rendere santificanti per noi. Lui crede in ognuno di noi nella nostra possibilità di ritornare a dare frutti dolci e buoni. Sì, Dio aspetta con pazienza ciascuno di noi. La misericordia, la pazienza, la tenerezza di Dio devono essere motivo della nostra fiducia, della nostra speranza, donandoci il coraggio di ritornare a Lui qualunque errore o peccato ci sia nella nostra vita. E' un Dio che vuole liberare, un Dio che soffre con il suo popolo e per questo vuole liberarlo. Un Dio che tollera, che educa: "La misericordia trionfa sul giudizio" (6).

La pazienza di Dio ci stupisce e ci coglie impreparati, perché è infinitamente più grande della nostra. Se Dio ha pazienza con noi, anche noi dovremmo averla con noi stessi. Allora la misericordia vissuta in modo "paziente", può davvero diventare un modo nuovo di intendere la vita da parte dell’uomo, può davvero illuminare non solo il nostro rapporto con Dio ma addirittura anche quelli tra di noi ponendo le basi di nuove relazioni. Vivere la misericordia in senso evangelico presuppone che l’uomo di oggi entri in una nuova dimensione dei rapporti umani: quella della conoscenza della gratuità di Dio e dell’amore disinteressato di Cristo per ognuno di noi, così come siamo.

Scriveva ancora la Madre Speranza: "Dio insegue mendicando il nostro amore, pur dopo averci visto camminare per tutta una vita mossi solo dal turbinio delle passioni più vergognose! Anche nel momento che lo stiamo offendendo, volge, si, il suo sguardo da un’altra parte, ma non si allontana da noi e non ci abbandona. Ci tende ancora la mano per aiutarci ad uscire da quella febbre che ci consuma, ci perdona e ci invita a seguirlo di nuovo con amore più forte." (7)

Ma perché Dio è tanto paziente con noi?

La risposta che possiamo dare è che Dio ha nei nostri confronti un amore completamente gratuito, l'amore di Dio non è un attributo fra i tanti, ma è il principale, quello che lo definisce.

Dio ama totalmente, incondizionatamente, Egli ama chiunque, la fedeltà di Dio è santa proprio perché persiste, come dono per noi, nonostante tutte le nostre infedeltà. Come la luce non cessa di battere e di brillare dinanzi ad una porta chiusa, così la misericordia ci farà sempre la "corte" per salvarci. Quindi anche se noi non avremo più fiducia in Dio, sarà egli che continuerà ad avere fiducia e speranza in noi. Dio non cesserà di essere infinitamente buono e fedele e vi sarà per noi sempre la possibilità della salvezza e della rinascita. Un Dio tenero, buono, che si china sulle creature umane con un rapporto d’amore e di compassione.

La madre Speranza nel suo diario il giorno 19 Dicembre del 1953 scriveva: "Ogni giorno di più mi confonde la pazienza, l’amore e la carità del nostro buon Padre […]". E scriveva ancora nelle Meditazioni del Sabato Santo (Roma 24 Aprile 1943): "Dio insegue mendicando il nostro amore, pur dopo averci visto camminare per tutta una vita mossi solo dal turbinio delle passioni più vergognose! Anche nel momento che lo stiamo offendendo, volge, si, il suo sguardo da un’altra parte, ma non si allontana da noi e non ci abbandona. Ci tende ancora la mano per aiutarci ad uscire da quella febbre che ci consuma, ci perdona e ci invita a seguirlo di nuovo con amore più forte."

Dio tratta con pazienza gli uomini, per far sperimentare in piena luce la sua potenza e la sua volontà di misericordia. La Sua pazienza è l’amore di un Dio che offre sempre la possibilità di continuare a vivere nonostante il peccato: "Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù" (8). Anche nella 1^ lettera a Timoteo troviamo queste caratteristiche: "Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna". (9)

Quanto è veramente importante e bello rivivere la novità, l’elemento carismatico principale che caratterizza il dono dell’Amore Misericordioso: Dio è un Padre che pensa a noi, come se noi fossimo unici al mondo, ci ama e ci cerca, Dio è un Padre misericordioso. Il Signore ci accetta e ci ama come siamo, con gli aspetti meno amabili della nostra persona. Egli sa pazientare, crede nel nostro recupero, sa attendere con un amore forte, senza stancarsi, prende continuamente l’iniziativa di stimolarci e correggerci.

Dio ha pazienza con noi: ci zappetta intorno, ci cura, e ci concima perché portiamo frutti. Ciò che il nome di pazienza evoca non è la sola misericordia, ma una misericordia prolungata nel tempo. Quello di Dio non è un amore prodotto secondo i propri tempi, ma secondo i ritmi delle sue creature, fragili e deboli. La pazienza di un Dio che offre la possibilità di continuare a vivere nonostante la colpa. Allora se guardiamo alla nostra storia personale, riconosceremo che Dio è stato infinitamente paziente con noi. Nonostante tanti errori, cadute, peccati, egoismi, Lui ha saputo aspettare in silenzio. Aspetta con pazienza l´ora della nostra conversione, l´ora nella quale il suo Amore Misericordioso ci perdoni, ci guarisca le ferite più profonde e ci faccia rinascere a vita nuova.




(1) Gv. 3, 3-16

(2) Ancelle dell'Amore Misericordioso (1943) (El Pan 8):

 (3) La Passione (1943) (El Pan 7)

 (4) Es. 34,6

 (5) Sir. 2.11

 (6) Gc. 2,13

 (7) Meditazioni Sabato Santo – Roma 24 Aprile 1943

 (8) Rm. 15,5

 (9) 1 Timoteo 1,16




sabato 27 febbraio 2016

Salva la tua anima ,inizia subito i primi 5 sabati del mese


La Madonna apparendo a Fatima il 13 giugno 1917, tra l’altro, disse a Lucia:

“Gesu’ vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.

Poi, in quella apparizione, fece vedere ai tre veggenti il suo Cuore coronato di spine: il Cuore Immacolato della Mamma amareggiato per i peccati dei figli e per la loro dannazione eterna!

Lucia racconta: “Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse: “Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strapparglieLe”.

E subito la Vergine Santissima aggiunse: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo:

A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.

E’ questa la grande Promessa del Cuore di Maria che si affianca a quella del Cuore di Gesù.
Per ottenere la promessa del Cuore di Maria si richiedono le seguenti condizioni:

1 – Confessione, fatta entro gli otto giorni precedenti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessione si dimentica di fare tale intenzione, può formularla nella confessione seguente.

2 – Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa intenzione della confessione.

3 – La Comunione deve essere fatta nel primo sabato del mese.

4 – La Confessione e la Comunione devono ripetersi per cinque mesi consecutivi, senza interruzione, altrimenti si deve ricominciare da capo.

5 – Recitare la corona del Rosario, almeno la terza parte, con la stessa intenzione della confessione.

6 – Meditazione, per un quarto d’ora fare compagnia alla SS.ma Vergine meditando sui misteri del Rosario.


Un confessore di Lucia le chiese il perché del numero cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le rispose:“Si tratta di riparare le cinque offese dirette al Cuore Immacolato di Maria. 1– Le bestemmie contro la sua Immacolata Concezione. 2 – Contro la sua Verginità. 3– Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di riconoscerla come Madre degli uomini. 4– L’opera di coloro che pubblicamente infondono nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e perfino l’odio contro questa Madre Immacolata. 5 – L’opera di coloro che la offendono direttamente nelle sue immagini sacre.

Messaggio del 2 agosto 1983 (Messaggio straordinario-Medjugorje)
Consacratevi al mio Cuore Immacolato. Abbandonatevi totalmente a me ed io vi proteggerò e pregherò lo Spirito Santo perché si effonda su di voi. Invocatelo anche voi.

AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA PER OGNI PRIMO SABATO DEL MESE

Cuore immacolato di Maria, ecco a te dinanzi dei figli, i quali vogliono con il loro affetto riparare alle tante offese a te recate da molti che essendo anch’essi figli tuoi, osano insultarti e oltraggiarti. Noi ti chiediamo perdono per questi poveri peccatori nostri fratelli accecati dall’ignoranza colpevole o della passione, come ti domandiamo perdono anche per le nostre mancanze e ingratitudini, e quale omaggio di riparazione noi crediamo fermamente nella tua eccelsa dignità a altissimi privilegi, in tutti i dogmi che la Chiesa ha proclamato, anche per quelli che non credono.

Ti ringraziamo dei tuoi innumerevoli benefici, per quelli pure che non li riconoscono; confidiamo in te e ti preghiamo anche per quelli che non ti amano, che non hanno fiducia nella tua materna bontà, che a te non ricorrono.

Volentieri accettiamo le sofferenze che il Signore vorrà mandarci, e ti offriamo le nostre preghiere e i nostri sacrifici per la salvezza dei peccatori. Converti tanti tuoi figli prodighi e apri loro, quale sicuro rifugio il tuo Cuore, in modo che essi possano trasformare le antiche ingiurie in tenere benedizioni, l’indifferenza in fervida preghiera, l’odio in amore.

Deh! Fa’ che non abbiamo ad offendere Dio nostro Signore, già tanto offeso. Ottienici, per i tuoi meriti, la grazia di conservarci sempre fedeli a questo spirito di riparazione, e di imitare il tuo Cuore nella purezza della coscienza, nell’umiltà e mansuetudine, nell’amore verso Dio e il prossimo.

Cuore Immacolato di Maria, a te lode, amore, benedizione: prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte. Amen

ATTO DI CONSACRAZIONE E RIPARAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Vergine santissima e Madre nostra, nel mostrare il tuo Cuore circondato di spine, simbolo delle bestemmie ed ingratitudini con cui gli uomini ripagano le finezze del tuo amore, hai chiesto di consolarti e ripararti.Come figli ti vogliamo amare e consolare sempre, ma specialmente dopo i tuoi materni lamenti, vogliamo riparare il tuo Cuore Addolorato e Immacolato che la cattiveria degli uomini ferisce con le pungenti spine dei loro peccati.

In modo particolare vogliamo riparare le bestemmie proferite contro la tua Immacolata Concezione e la tua Santa Verginità. Molti, purtroppo, negano che tu sei Madre di Dio e non ti vogliono accettare come tenera Madre degli uomini.

Altri, non potendoti oltraggiare direttamente, scaricando la loro collera satanica profanando le tue Sacre Immagini e non mancano coloro che cercano di infondere nei cuori, soprattutto dei bambini innocenti che ti sono tanto cari, l’indifferenza, il disprezzo ed anche l’odio contro di Te.

Vergine santissima, prostrati ai tuoi piedi, esprimiamo la nostra pena e promettiamo di riparare, con i nostri sacrifici, comunioni e preghiere, tanti peccati ed offese di questi tuoi figli ingrati.

Riconoscendo che anche noi non sempre corrispondiamo alle tue predilezioni, né ti amiamo ed onoriamo sufficientemente come Madre nostra, supplichiamo il perdono misericordioso per le nostre colpe e freddezze.

Madre santa, vogliamo ancora chiederti compassione, protezione e benedizioni per gli attivisti atei e i nemici della Chiesa. Riconducili tutti alla vera Chiesa, ovile di salvezza, come hai promesso nelle tue apparizioni a Fatima.

Per quanti sono tuoi figli, per tutte le famiglie e per noi in particolare che ci consacriamo interamente al tuo Cuore Immacolato sii rifugio nelle angustie e tentazioni della Vita; sii cammino per giungere a Dio, unica fonte di pace e di gioia. Amen. Salve Regina..

«Il Signore 'Vuole' stabilire nel mondo la Devozione al mio Cuore Immacolato»

«Solo il mio Cuore può venire in vostro soccorso»

È giunto il tempo in cui le «Promesse» fatte dalla Madonna a Fa­tima, sono prossime al loro compimento.

L'ora del «trionfo» del Cuore Immacolato di Maria, Madre di Dio e Madre nostra, si avvicina; di conseguenza, sarà anche l'ora del grande miracolo della Divina Misericordia per l'Umanità: «Il mondo avrà un tempo di pace».

La Madonna vuole però operare questo mirabile Evento con la nostra collaborazione. Lei che ha offerto a Dio la sua piena disponi­bilità: «Ecco l'Ancella del Signore», ripete a ciascuno di noi le parole dette un giorno a Lucia: «Il Signore vuole servirsi di te ... ». Sacerdoti e famiglie sono chiamati in «prima linea» a collaborare al compimento di questo trionfo.



Il «messaggio» di Fatima
Ci siamo mai chiesti quale sia il messaggio delle apparizioni e del­le rivelazioni di Fatima?

L'annunzio della guerra, la conversione della Russia con la caduta del comunismo nel mondo?

NO!

La promessa della pace? Neppure!

Il «vero messaggio» delle apparizioni di Fatima è «la devozione al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria».

Viene dal cielo! È volontà di Dio!

La piccola Giacinta, poco prima di lasciare la terra per il cielo, ripeteva a Lucia:
«Tu rimani quaggiù per far sapere che il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione all'Immacolato Cuore di Maria».

“Dì a tutti che Dio concede le sue grazie per mezzo del Cuore Im­macolato di Maria.

Che le chiedano a Lei.

Che il Cuore di Gesù vuole che con il suo Cuore sia venerato il Cuore Immacolato di Maria.

Che domandino la pace al Cuore Immacolato di Maria perchè il Signore l'ha affidata a Lei».

Le comunicazioni celesti

Nella seconda apparizione della Vergine Ss.ma alla Cova di Iria, il 13 giugno 1917, la Madonna mostrò ai fanciulli la visione del suo Cuore Immacolato, circondato e trafitto da spine.

Rivolgendosi a Lucia, Ella disse: «Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli `vuole stabilire' nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la praticherà prometto:

- la salvezza,

- queste anime saranno predilette da Dio,

- come fiori saranno collocate da me dinnanzi al suo trono.

Nella terza apparizione - 13 luglio 1917 -, la più ricca di dottrina e di promesse, la Vergine Ss.ma, dopo aver mostrato ai piccoli veg­genti la terrificante visione dell'inferno, con bontà e tristezza, disse loro:

«Avete visto l'inferno dove vanno a finire le anime dei poveri pecca­tori. Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime si salveranno e vi sarà pace».

«Tu, almeno procura di consolarmi e annunzia in nome mio...»

Ma il messaggio di Fatima non si chiuse qui; la Vergine infatti apparve nuovamente a Lucia il 10 dicembre 1925. Era con lei il Bam­bino Gesù, sollevato sopra una nube di luce, mentre la Vergine po­sando una mano sopra la spalla di Lucia teneva nell'altra mano il Cuo­re circondato di acute spine.

Gesù Bambino parlò per primo e disse a Lucia:

«Abbi compassione del Cuore della tua Ss.ma Madre. Esso è tutto coperto dalle spine con le quali uomini ingrati lo trafiggono ogni mo­mento e non vi è chi ne rimuova alcuna con un atto di riparazione».

Parlò poi la Madonna: «Figlia mia, contempla il mio Cuore cir­condato dalle spine con cui gli uomini ingrati continuamente lo tra­figgono con le loro bestemmie ed ingratitudini. Tu, almeno procura di consolarmi ed annunzia, in nome mio, che io ti prometto di assistere nell'ora della morte con le grazie necessarie alla salvezza eterna, tutti coloro che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confes­seranno e comunicheranno recitando il Rosario e mi faranno compa­gnia per un quarto d'ora, meditando i misteri del Rosario, con l'in­tenzione di offrire un atto di riparazione».

Alcune precisazioni:
- Lucia fece presente a Gesù la difficoltà che alcune persone avevano di confessarsi il sabatoe chiese se fosse stata valida la confessio­ne fatta negli otto giorni.

Rispose Gesù: «Sì, può esserlo anche di molti giorni di più, pur­chè quelli che ricevono la Santa Comunione siano in grazia e abbia­no l'intenzione di riparare le offese al Cuore Immacolato di Maria».

Chiese ancora Lucia: «A chi non potrà soddisfare tutte le condi­zioni al sabato, non potrà farlo alla domenica?»

Gesù rispose: «Sarà ugualmente accetta la pratica di questa devo­zione alla domenica, dopo il primo sabato, quando i miei sacerdoti,' per giusti motivi, lo concederanno alle anime».

Perché cinque sabati?

Lucia domandò poi alla Vergine perché dovessero essere `cinque sabati' e non nove, o sette.

Riportiamo le sue parole:

«Figlia mia, il motivo è semplice - ri­spose la Vergine - sono cinque le specie di offese e bestemmie contro il mio Cuore Immacolato:

1. le bestemmie contro l'Immacolata Concezione;

2. le bestemmie contro la sua Verginità;

3. le bestemmie contro la Maternità divina, rifiutando, allo stesso tem­po, di riconoscerla come vera Madre degli uomini;

4. gli scandali di quanti cercano pubblicamente di infondere nel cuore dei bambini l'indifferenza, il disprezzo e perfino l'odio contro questa loro Madre Immacolata;

5. quanti mi oltraggiano «direttamente» nelle mie sacre immagini.

«Quanto a te, cerca continuamente, con le tue preghiere e sacrifi­ci, di muovermi a misericordia verso quelle povere anime».

In conclusione, le condizioni necessarie per la grande promessa sono:
- per cinque mesi ricevere la santa Comunione il primo sabato;

- recitare la corona del Rosario;

- tenere compagnia alla Madonna per quindici minuti meditando sui misteri del Rosario;

- fare una confessione con la stessa intenzione; quest'ultima potrà essere fatta anche in altro giorno, purchè nel ricevere la santa Comu­nione si sia in grazia di Dio.

Il Messaggio del nuovo Millennio

Questo nostro secolo è stato testimone di esperienze dolorose per la mancata risposta agli inviti del cielo. Tutti ne abbiamo vissuto le tristi conseguenze: una seconda guerra mondiale, più terribile della prima; la Russia ha diffuso i suoi errori nel mondo provocando conflitti, persecuzioni alla Chiesa, sofferenze al Papa, l'annientamento di alcune nazioni; l'ateismo è diventato il nuovo credo di tanti popo­li. Proprio in questo nostro secolo, che si riconosce come il più caino della storia umana, Il Signore si è impegnato personalmente a chiedere compassione ed a promuovere la devozione al Cuore della sua e nostra Madre, perchè con il trionfo di questo Cuore di Mamma, l'umanità riscopra l'amore e viva finalmente un'Epoca di pace, un'Epoca in cui l'uomo, «con un cuore nuovo» veda nell'altro uomo non una preda da conquistare, ma un fratello da amare e da salvare.

Il messaggio di Fatima è dunque un messaggio di «salvezza» per impedire che l'umanità pervertita dall'odio, sommersa da fiumi di san­gue innocente, capace di atrocità inimmaginabili finisca di perdersi eternamente e di autodistruggersi sulla terra.

Gli altri «messaggi» come la guerra, la fame, le persecuzioni alla Chiesa, le nazioni annientate... sono annunzi di realtà tristi e sconvolgenti per il mancato ascolto delle richieste fatte per la salvezza degli uomini.

Le ragioni teologiche della devozione e del culto al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria

Le rivela il Decreto con cui fu istituita la festa universale del Cuore Immacolato di Maria, nel 1944: «Con questo culto la Chiesa rende il debito onore al Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, poi­chè sotto il simbolo di questo Cuore venera con somma devozione:

- L'esimia e singolare santità della Madre di Dio;

- La sua materna pietà verso gli uomini, redenti dal sangue divino di suo Figlio».


Nello stesso Decreto è indicato il fine di tale Devozione: «Perchè per l'aiuto della Madre di Dio, sia concessa la pace a tutte le genti, la libertà alla Chiesa di Cristo e i peccatori siano liberati dai propri peccati e tutti i fedeli siano confermati nell'amore e nell'esercizio di tutte le virtù mediante la grazia».

Pertanto il culto al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria mette in luce la «santità» unica della Madonna, Madre e Regina di tutti i Santi perchè Immacolata, concepita senza peccato e quindi piena di grazia e, nel medesimo tempo, sottolinea «l'amore» tenerissimo di questa Madre del cielo verso tutti noi, suoi figli.

Se è vero che il capolavoro della sapienza e della potenza di Dio è il Cuore materno, che dire del Cuore di Maria, Madre di Dio e Ma­dre nostra che, mentre supera in santità ogni altra creatura, supera nell'«amore» quello di tutte le mamme della terra per i loro figli?

«Il Signore stesso lo vuole»

Convinciamoci, dunque, che la devozione al Cuore Immacolato di Maria non è stata inventata dagli uomini. Viene da Dio: «II Signo­re stesso lo vuole...»

Pensiamo a quanto Dio, in Cristo Gesù, abbia operato per la glo­rificazione del Cuore di sua Madre. Le apparizioni di Fatima oltre a documentare come Maria è presente nella storia umana, nelle no­stre vicende tragiche e sconvolgenti, per salvare l'umanità, rivelano:

- Come il Signore, per vincere l'odio caino degli uomini, «Fratelli che uccidono i fratelli», nella sua infinita sapienza, abbia voluto met­tere in pienezza di luce la devozione ed il culto al Cuore della Madre sua e dell'umanità, rendendo visibile, con le lacrimazioni - ricordia­mo Siracusa - tutto il suo amore e il suo dolore per la rovina dei figli.

2 - Come, per arrivare alla glorificazione del Cuore di sua Madre, abbia condotto la Chiesa, nella persona di Pio XII, a «definire con un Dogma» che veramente la Madre di Dio e Madre nostra è stata assunta in cielo, dove vive nella gloria accanto a Gesù Cristo non solo con l'anima, ma con il corpo (1° novembre 1950).

Noi possiamo e dobbiamo venerare il Cuore della nostra Madre perchè è vivo, palpitante di amore e di tenerezza per noi.

«Il Signore lo vuole...».

Il culto al Cuore Immacolato e Addolorato di Maria non è dun­que una nostra pia devozione, ma opera onnipotente di Dio per glori­ficare in cielo ed in terra la Madre sua e nostra.

Non è certo per devozionismo che i sommi Pontefici, a comincia­re da Pio XII, hanno risposto alle ripetute richieste di consacrazione della Russia e dell'umanità al Cuore Immacolato e Addolorato di Ma­ria!

La prima venne fatta da Pio XII il 31 maggio 1942, 25° anniver­sario delle apparizioni di Fatima, nella Basilica di San Pietro: «A voi, al vostro Cuore Immacolato... noi, in quest'ora tragica della storia umana, consacriamo solennemente la santa Chiesa, più ancora il mon­do intero, travagliato da, crudeli discordie, vittima della propria ini­quità...».

Sempre Pio XII, il 1 ° novembre, con la proclamazione del Dog­ma dell'Assunta, poneva il fondamento teologico della Devozione al Cuore Immacolato di Maria.

Il 25 marzo 1984, Giovanni Paolo II, in Piazza S. Pietro, consacrava solennemente l'umanità al Cuore Immacolato «perchè si sveli per tutti la luce della speranza».

Nessuna gloria, dopo la gloria resa da Gesù Cristo al Padre, sale dalla terra alla SS. Trinità, così piena e perfetta come la gloria che rende il Cuore Immacolato di Maria:

- Figlia prediletta del Padre;

- vera Madre di Gesù Cristo, Uomo e Dio;

- vera Sposa dello Spirito Santo;

- vera Madre nostra: «Ecco la tua Madre».

Da questi brevi accenni, ognuno può intuire il prodigio operato da Dio in questo nostro secolo, prodigio che continuerà ad accompa­gnare le generazioni degli uomini nel terzo millennio: il trionfo del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria.

Questo mistero di grazia che mette in ammirazione gli an­geli del Cielo - lo diciamo con dolore - lascia indifferente ancora tan­ta parte dell'umanità. E non solo indifferente! Quanti sorridono quan­do si parla di «Devozione al Cuore Immacolato di Maria», della sua «Grande Promessa» con i primi cinque sabati del mese.

Eppure, proprio questo secolo, per disegno divino, si concluderà con il trionfo del Cuore di Maria.

Dio stesso ha messo mano ai grandi «Mondiali» per questa glori­ficazione.

C'è una Madre che ci ama con un amore senza limiti; c'è una 'Ma­dre di Misericordia' che per noi piange e prega, perchè ci vuole salvi!

Il nostro impegno

Di fronte alla precisa richiesta: «Il Signore vuole servirsi di te per stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato e Addolorato», come potremmo rimanere indifferenti?

Dio lo vuole! «Vuole servirsi di te!» Non «desidera», non «sugge­risce», non «consiglia», ma vuole!

Non dimentichiamo mai che la visione del Cuore Immacolato di Maria si inquadra con quella più drammatica e sconvolgente delle anime che vanno all'inferno.

Nell'Anno Internazionale della Famiglia, noi abbiamo promosso la `Consacrazione' di ogni famiglia, di ogni parrocchia al Cuore Immacolato di Maria, aderendo ad una precisa richiesta della Madonna:«Voglio che tutte le famiglie si consacrino al mio Cuore».

Per questo nuovo anno (1995), il nostro impegno sarà di aiutare le famiglie, i singoli fedeli, le parrocchie a «vivere questa Consacrazione con la Grande Promessa dei primi cinque sabati».

Il trionfo del Cuore di Maria è il trionfo dell'amore, presupposto essenziale perchè tutti gli uomini siano salvi e l'umanità viva finalmente la «Civiltà dell'amore», il cui primo `frutto' è la Pace.

Tutti guardiamo con angoscia a tante Nazioni coinvolte da guer­re fraticide, a una umanità aberrante; ma pensiamo anche a quante famiglie sono in crisi perchè l'amore ha ceduto il passo all'egoismo

e all'odio, che apre la porta al delitto dell'aborto: «strage degli inno­centi», compiuta non più da Erode, ma da papà e mamma.

Il «segreto» per riportare le famiglie al disegno di Dio è di colla­borare tutti insieme a far vivere la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria con la pratica dei primi cinque sabati del mese, richiesta dalla Madonna stessa: «Annunzia in nome mio...».

Come è possibile questo?

Tutti ricordiamo gli avvenimenti straordinari che hanno sorpreso il mondo, a cominciare dal crollo del comunismo ateo in Russia, del muro di Berlino, conseguenze certe della Consacrazione al Cuore Im­macolato di Maria; ma perchè aspettare sempre di vedere per credere? «Beati quelli che crederanno senza vedere».

Tutti Apostoli della `Grande Promessa'
Rispondiamo quindi con gioia alla richiesta del Cuore Immacola­to di Maria, dei primi cinque sabati del mese promuovendone la pratica.

Le grazie promesse sono state «rivelate» dalla Madonna stessa:

- «A chi la praticherà prometto la salvezza».

- «Queste anime saranno predilette da Dio».

- «Come fiori saranno collocate da me innanzi al suo Trono».

- «Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti con­durrà a Dio».

Carissimi,

Vi invito tutti ad impegnarvi perché la Consacrazione delle famiglie, fatta al Cuore Immacolato di Maria, sia completata vivendo e diffondendo «la grande promessa del Cuore Immacolato di Maria».

Avrete benedizioni e grazie speciali sulla vostra famiglia, sui vo­stri figli, sulla vostra discendenza.

Molte famiglie si salveranno dal divorzio ed apriranno i loro cuo­ri all'accoglienza della vita e si avvieranno ad una vita cristiana. L'uomo del duemila ha bisogno del Cuore Immacolato di Maria per costruire la «Civiltà dell'amore».