Blog Religioso

Questo blog è rivolto a tutti quelli che hanno fame e sete di Dio



mercoledì 13 aprile 2016

PREGHIERA PER OTTENERE LO SPIRITO SANTO

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Eterno Padre, in nome di Gesù Cristo
e per i meriti di Maria Vergine Immacolata
mandami lo Spirito Santo.

Vieni, Spirito Santo nel mio cuore e santificalo.
Vieni, Padre dei poveri, e sollevami.
Vieni, Autore d'ogni bene e consolami.
Vieni, Luce delle menti, e illuminami.
Vieni, Consolatore delle anime, e confortami.
Vieni, dolce Ospite dei cuori, e non partire da me.
Vieni, vero Refrigerio di mia vita, e ristorami.

Tre Gloria.

Spirito Santo, eterno Amore.
Vieni a noi coi tuoi ardori.
Vieni, infiamma i nostri cuori.


Eterno Padre, in nome di Gesù Cristo
e per i meriti di Maria Vergine Immacolata
mandami lo Spirito Santo.

Spirito Santo, Dio d'infinita carità dammi il tuo santo amore.
Spirito Santo, Dio delle virtù convertimi.
Spirito Santo, Fonte di celesti lumi dissipa la mia ignoranza.
Spirito Santo, Autore della vera pace, riposa nel mio cuore.
Spirito Santo, Dio d'infinita purezza, santifica l'anima mia.
Spirito Santo, Dio di ogni felicità comunicati al mio cuore.
Spirito Santo, Amore sostanziale del Padre e del Figliuolo,
fai dimora presso di me.

Tre Gloria.

Spirito Santo, eterno Amore.
Vieni a noi coi tuoi ardori.
Vieni, infiamma i nostri cuori.


Eterno Padre, in nome di Gesù Cristo
e per i meriti di Maria Vergine Immacolata
mandami lo Spirito Santo.

Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono della Sapienza.
Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono dell'Intelletto.
Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono del Consiglio.
Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono della Fortezza.
Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono della Scienza.
Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono della Pietà.
Vieni, Spirito Santo, e dammi il dono del Santo Timore di Dio.

Tre Gloria.

Spirito Santo, eterno Amore.
Vieni a noi coi tuoi ardori.
Vieni, infiamma i nostri cuori.

O SPIRITO SANTO, ANIMA DELL’ANIMA MIA,
IO TI AODRO, ILLUMINAMI, GUIDAMI,
FORTIFICAMI, CONSOLAMI, INSEGNAMI
CIO’ CHE DEVO FARE, DAMMI I TUOI ORDINI.
TI PROMETTO DI SOTTOMETTERMI
A TUTTO CIO’ CHE PERMETTERAI MI ACCADA:
FAMMI SOLO CONOSCERE LA TUA VOLONTA’.



La fede nasce dall’incontro con Dio che ci chiama

La fede in Dio che è Amore è la fonte da cui solo può scaturire la luce e la forza per ogni risposta che la quotidianità pone sul nostro cammino verso la Vita vera. 
La fede deriva dalla fiducia nella persona in cui si confida; e questo di nuovo dipende dalla conoscenza che si ha di questa persona stessa. In questo senso la fede può essere grande o piccola, debole o forte. Alcuni credenti non arrivano neppure ad avere fiducia che Dio possa provvedere ad un loro pasto; altri possono guardare a Lui, senza titubare, perché Egli nutra mille bocche affamate o converta mille peccatori. La nostra fede, in questo senso, dipende interamente dalla nostra conoscenza di Dio e dalla nostra comunione con Lui.
La fede è generata da Dio, ossia dal Padre (Rom. 12:3), dal Figlio, Gesù (Ebr. 12:2) e dallo Spirito Santo (1 Cor. 12:4,8,9). La fede è dunque ottenuta quale risultato della potenza e dell'opera di grazia di Dio.
La fede nasce nell'uomo ascoltando la Parola di Dio e serbandola nel cuore (Rom. 10:17).
Avere fede significa credere alla testimonianza di Dio con la stessa semplicità e certezza con cui prestiamo fede alla parola di nostro padre o di un nostro caro amico: « Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore » (1 Giov. 5:9).

mercoledì 6 aprile 2016

Messaggio del Papa per le vocazioni


Cari fratelli e sorelle,

come vorrei che, nel corso del Giubileo Straordinario della Misericordia, tutti i battezzati potessero sperimentare la gioia di appartenere alla Chiesa! E potessero riscoprire che la vocazione cristiana, così come le vocazioni particolari, nascono in seno al popolo di Dio e sono doni della divina misericordia. La Chiesa è la casa della misericordia, ed è la “terra” dove la vocazione germoglia, cresce e porta frutto.

Per questo motivo invito tutti voi, in occasione di questa 53ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, a contemplare la comunità apostolica, e a ringraziare per il ruolo della comunità nel cammino vocazionale di ciascuno. Nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia ho ricordato le parole di san Beda il Venerabile, riferite alla vocazione di san Matteo: «Miserando atque eligendo» (Misericordiae Vultus, 8). L’azione misericordiosa del Signore perdona i nostri peccati e ci apre alla vita nuova che si concretizza nella chiamata alla sequela e alla missione. Ogni vocazione nella Chiesa ha la sua origine nello sguardo compassionevole di Gesù. La conversione e la vocazione sono come due facce della stessa medaglia e si richiamano continuamente in tutta la vita del discepolo missionario.

Il beato Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, ha descritto i passi del processo dell’evangelizzazione. Uno di essi è l’adesione alla comunità cristiana (cfr n. 23), quella comunità da cui ha ricevuto la testimonianza della fede e la proclamazione esplicita della misericordia del Signore. Questa incorporazione comunitaria comprende tutta la ricchezza della vita ecclesiale, particolarmente i Sacramenti. E la Chiesa non è solo un luogo in cui si crede, ma è anche oggetto della nostra fede; per questo nelCredo diciamo: «Credo la Chiesa».

La chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione comunitaria. Dio ci chiama a far parte della Chiesa e, dopo una certa maturazione in essa, ci dona una vocazione specifica. Il cammino vocazionale si fa insieme ai fratelli e alle sorelle che il Signore ci dona: è una con-vocazione. Il dinamismo ecclesiale della chiamata è un antidoto all’indifferenza e all’individualismo. Stabilisce quella comunione nella quale l’indifferenza è stata vinta dall’amore, perché esige che noi usciamo da noi stessi ponendo la nostra esistenza al servizio del disegno di Dio e facendo nostra la situazione storica del suo popolo santo.

In questa Giornata, dedicata alla preghiera per le vocazioni, desidero esortare tutti i fedeli ad assumersi le loro responsabilità nella cura e nel discernimento vocazionale. Quando gli apostoli cercavano uno che prendesse il posto di Giuda Iscariota, san Pietro radunò centoventi fratelli (cfr At 1,15); e per la scelta dei sette diaconi, fu convocato il gruppo dei discepoli (cfr At 6,2). San Paolo dà a Tito criteri specifici per la scelta dei presbiteri (Tt 1,5-9). Anche oggi, la comunità cristiana è sempre presente nel germogliare delle vocazioni, nella loro formazione e nella loro perseveranza (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 107).

La vocazione nasce nella Chiesa. Fin dal sorgere di una vocazione è necessario un adeguato “senso” della Chiesa. Nessuno è chiamato esclusivamente per una determinata regione, né per un gruppo o movimento ecclesiale, ma per la Chiesa e per il mondo. «Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di tutti» (ibid.,130). Rispondendo alla chiamata di Dio, il giovane vede espandersi il proprio orizzonte ecclesiale, può considerare i molteplici carismi e compiere così un discernimento più obiettivo. La comunità diventa, in questo modo, la casa e la famiglia dove nasce la vocazione. Il candidato contempla grato questa mediazione comunitaria come elemento irrinunciabile per il suo futuro. Impara a conoscere e amare fratelli e sorelle che percorrono cammini diversi dal suo; e questi vincoli rafforzano in tutti la comunione.

La vocazione cresce nella Chiesa. Durante il processo di formazione, i candidati alle diverse vocazioni hanno bisogno di conoscere sempre meglio la comunità ecclesiale, superando la visione limitata che tutti abbiamo all’inizio. A tale scopo è opportuno fare qualche esperienza apostolica insieme ad altri membri della comunità, per esempio: accanto ad un buon catechista comunicare il messaggio cristiano; sperimentare l’evangelizzazione delle periferie insieme ad una comunità religiosa; scoprire il tesoro della contemplazione condividendo la vita di clausura; conoscere meglio la missione ad gentes a contatto con i missionari; e con i preti diocesani approfondire l’esperienza della pastorale nella parrocchia e nella diocesi. Per quelli che sono già in formazione, la comunità ecclesiale rimane sempre l’ambito educativo fondamentale, verso cui si sente gratitudine.

La vocazione è sostenuta dalla Chiesa. Dopo l’impegno definitivo, il cammino vocazionale nella Chiesa non finisce, ma continua nella disponibilità al servizio, nella perseveranza, nella formazione permanente. Chi ha consacrato la propria vita al Signore è disposto a servire la Chiesa dove essa ne abbia bisogno. La missione di Paolo e Barnaba è un esempio di questa disponibilità ecclesiale. Inviati in missione dallo Spirito Santo e dalla comunità di Antiochia (cfr At 13,1-4), ritornarono alla stessa comunità e raccontarono quello che il Signore aveva fatto per mezzo loro (cfr At 14,27). I missionari sono accompagnati e sostenuti dalla comunità cristiana, che rimane un riferimento vitale, come la patria visibile che offre sicurezza a quelli che compiono il pellegrinaggio verso la vita eterna.

Tra gli operatori pastorali rivestono una particolare importanza i sacerdoti. Mediante il loro ministero si fa presente la parola di Gesù, che ha detto: «Io sono la porta delle pecore […] Io sono il buon pastore»(Gv 10,7.11). La cura pastorale delle vocazioni è una parte fondamentale del loro ministero pastorale. I sacerdoti accompagnano coloro che sono alla ricerca della propria vocazione, come pure quanti già hanno offerto la vita al servizio di Dio e della comunità.

Tutti i fedeli sono chiamati a rendersi consapevoli del dinamismo ecclesiale della vocazione, perché le comunità di fede possano diventare, sull’esempio della Vergine Maria, seno materno che accoglie il dono dello Spirito Santo (cfr Lc 1,35-38). La maternità della Chiesa si esprime mediante la preghiera perseverante per le vocazioni e con l’azione educativa e di accompagnamento per quanti percepiscono la chiamata di Dio. Lo fa anche mediante un’accurata selezione dei candidati al ministero ordinato e alla vita consacrata. Infine, è madre delle vocazioni nel continuo sostegno di coloro che hanno consacrato la vita al servizio degli altri.

Chiediamo al Signore di concedere a tutte le persone che stanno compiendo un cammino vocazionale una profonda adesione alla Chiesa; e che lo Spirito Santo rafforzi nei Pastori e in tutti i fedeli la comunione, il discernimento e la paternità e maternità spirituale.

Padre di misericordia, che hai donato il tuo Figlio per la nostra salvezza e sempre ci sostieni con i doni del tuo Spirito, concedici comunità cristiane vive, ferventi e gioiose, che siano fonti di vita fraterna e suscitino fra i giovani il desiderio di consacrarsi a Te e all’evangelizzazione. Sostienile nel loro impegno di proporre una adeguata catechesi vocazionale e cammini di speciale consacrazione. Dona sapienza per il necessario discernimento vocazionale, così che in tutto risplenda la grandezza del tuo amore misericordioso. Maria, Madre ed educatrice di Gesù, interceda per ogni comunità cristiana, affinché, resa feconda dallo Spirito Santo, sia fonte di genuine vocazioni al servizio del popolo santo di Dio.




La vocazione

Che cosa s'intende per «vocazione»? Oggi sembra che per qualsiasi cosa ci sia una vocazione: vocazione alla vita, vocazione al battesimo, vocazione al matrimonio, vocazione a svolgere un determinato lavoro o una attività di volontariato, e così via. Si tratta di un uso linguistico impostosi nelle lingue germaniche in seguito alla Riforma protestante, per cui Beruf in tedesco designa tanto la professione, quanto la vocazione (e su questo, com'è noto, ha prodotto riflessioni di grande importanza Max Weber). Ci sono quindi ragioni serie che giustificano questo uso ma, a mio avviso, parlare da luterani vivendo nella chiesa cattolica non aiuta a chiarire le idee.

In ambito cattolico, il termine vocazione è stato generalmente riservato alle cosiddette vocazioni di speciale consacrazione. Ciò che è caratteristico della vocazione tradizionalmente (e biblicamente) intesa è una chiamata a uscire dal «mondo» per entrare in una relazione specifica con Dio, cioè esattamente quella relazione che prevede il distacco dal mondo. Si obietterà che questa è la condizione del battezzato come tale, in quanto è la fede che «demondanizza», e che pertanto la vocazione cristiana è fondamentalmente quella battesimale.  Tuttavia, storicamente l'uscita dal mondo derivante dalla fede ha dato luogo a stati di vita (battesimale) diversi.

La differenza fondamentale consiste nel fatto che il battesimo non cambia esternamente la vita della persona battezzata, che può essere in tutto simile a quella dei non battezzati (cfr. Lettera a Diogneto), mentre la vocazione in senso stretto ha come conseguenza un cambiamento di stato di vita: si lascia quello che si ha (casa, famiglia, lavoro, conto in banca, progetti per le vacanze, ecc.) e ci si mette in cammino. Verso dove? Innanzitutto verso il deserto, cioè verso una solitudine celibataria e verginale, abitata solo da Gesù Cristo. Successivamente e generalmente anche verso una comunità di persone che hanno la medesima vocazione e che ti sono donate come la tua nuova famiglia.

Come nasce una vocazione così concepita? Non c'è che una risposta: da una vera, forte esperienza di rapporto con Gesù Cristo, la quale naturalmente può essere vissuta in molti modi diversi, tanti quante sono le storie e le psicologie degli uomini.

Come si fa a riconoscere che si tratta proprio di vocazione in senso stretto? Non esiste, credo, una sintomatologia infallibile e le illusioni sono non meno frequenti e rischiose dei misconoscimenti. Di certo, la vocazione non ha a che fare col fervore religioso e con la devozione, che sono esperienze superficiali e temporanee. Ha a che fare con lo strato più profondo della persona. Spesso la difficoltà di riconoscere la vocazione coincide con la difficoltà di conoscersi in profondità e di sapersi liberare da una serie di condizionamenti, il più tenace dei quali in genere è quello che deriva dalla nostra presunta ricchezza materiale e ancor più morale e spirituale. Ma  la grazia di Dio sa essere sapientemente demolitrice, quando è effettivamente all'opera.

Quindi lasciamoci guidare dallo Spirito Santo, senza paure, fidiamoci pienamente di Lui!


Novena a san Michele arcangelo

Dal 28 aprile al 7 maggio



(Indulgenza parziale quotidiana e plenaria alla fine)

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Com’era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

INNO

Te, o splendore e virtù del Padre, Te, o Gesù, vita dei cuori, noi lodiamo fra gli Angeli che pendono dal labbro tuo. Sotto di Te una schiera forte di migliaia di duci milita, ma in segno di salvezza, Michele vittorioso spiega la Croce. Egli spinge il fiero capo del dragone nei profondi abissi, e il duce con i ribelli dalla rocca celeste fulmina. Contro il capo della superbia seguiamo questo Principe, affinché dal trono dell’Agnello ci sia data la corona di gloria. A Dio, Padre sia gloria, che Colui che redense il Figlio e lo Spirito Santo unse, li custodisce per mezzo degli Angeli. Così sia. Al cospetto degli Angeli canterò a Te, Dio mio. Ti adorerò nel tempio Santo tuo e loderò il Nome tuo. PREGHIAMO: Concedi, Onnipotente Dio, che col patrocinio di San Michele Arcangelo, camminiamo sempre verso il cielo e siamo aiutati nel cielo dalle preghiere di Colui del quale in terra predichiamo la gloria. Per Cristo nostro Signore. Così sia.

PRIMA GRAZIA Ti domandiamo, o Arcangelo San Michele, insieme col Principe del primo Coro dei Serafini, che Tu voglia accendere il nostro cuore con le fiamme del santo amore e che per mezzo tuo possiamo spregiare i lusinghieri inganni dei piaceri del mondo. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

SECONDA GRAZIA Ti chiediamo umilmente, o Principe della celeste Gerusalemme, insieme col Capo dei Cherubini, che ti ricordi di noi, specialmente quando saremo assaliti dalle suggestioni del nemico infernale, così col tuo aiuto, divenuti vincitori di satana, facciamo di noi stessi un intero olocausto a Dio nostro Signore. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

TERZA GRAZIA Devotamente ti supplichiamo, o invitto Campione del Paradiso, che insieme con Principe del terzo Coro, cioè dei Troni, non permetti che noi, tuoi fedeli, siamo oppressi degli spiriti infernali, né da infermità. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

QUARTA GRAZIA Umilmente in terra prostrati Ti preghiamo, o nostro primo ministro della Corte dell’Empireo, che insieme col Principe del quarto Coro, cioè delle Dominazioni, difendi il Cristianesimo, in ogni sua necessità, ed in particolare il Sommo Pontefice, aumentandolo di felicità e grazia in questa vita e gloria nell’altra. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

QUINTA GRAZIA Ti preghiamo, o santo Arcangelo, che insieme col Principe del quinto Coro, cioè delle Virtù, Tu voglia liberare noi tuoi servi, dalle mani dei nostri nemici sia occulti come palesi; liberaci da falsi testimoni, libera dalle discordie questa Nazione ed in particolare questa città da fame, peste e guerra; liberaci anche da folgori, tuoni, terremoti e tempeste, cose che il drago dell’Inferno è solito provocare a nostro danno. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

SESTA GRAZIA Ti scongiuriamo, o Conduttore delle Angeliche squadre, e ti preghiamo insieme col Principe, che tiene il primo luogo fra le Potestà le quali costituiscono il sesto Coro, anche tu voglia provvedere alle necessità di noi tuoi servi, di questa Nazione, ed in particolare, di questa città, con il dare alla terra la fecondità desiderata e la pace e la concordia tra i governanti cristiani. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

SETTIMA GRAZIA Ti chiediamo, o Principe degli Angeli Michele, che insieme col capo dei Principati del settimo Coro, Tu voglia liberare noi tuoi servi e tutta questa Nazione ed in particolare questa città dalle infermità fisiche e molto più da quelle spirituali. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

OTTAVA GRAZIA Ti supplichiamo, o Santo Arcangelo, che insieme col Principe degli Arcangeli dell’ottavo Coro e con tutti i nove Cori, Tu abbia cura di noi in questa vita presente e nell’ora della nostra agonia e quando saremo per esalare l’anima, così, sotto la tua protezione, rimanendo vincitori di satana, giungiamo a godere la divina Bontà con Te, nel Santo Paradiso. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

NONA GRAZIA Ti preghiamo finalmente, o gloriosissimo Principe e difensore della Chiesa militante e trionfante, che Tu voglia, in compagnia del capo degli Angeli del nono Coro, custodire e patrocinare i tuoi devoti e noi con tutti i nostri familiari e tutti quelli che si sono raccomandati alle nostre preghiere, affinché con la tua protezione, vivendo in modo santo, possiamo godere Dio insieme con Te e tutti gli Angeli per tutti i secoli dei secoli. Così sia. Pater, 3 ave. San Michele Arcangelo difendici nel combattimento affinché non periamo nel giudizio finale.

Un Padre Nostro a San Michele, uno a San Gabriele, uno a San Raffaele e uno al nostro Angelo Custode.

Prega per noi, beatissimo Michele, principe di Dio. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

PREGHIAMO Onnipotente ed Eterno Dio, che nella tua somma bontà assegnasti in modo mirabile l’Arcangelo Michele come gloriosissimo Principe della Chiesa per la salvezza degli uomini, concedi che con il suo salvifico aiuto meritiamo di essere efficacemente difesi di fronte a tutti i nemici in modo che, al momento della nostra morte, possiamo essere liberati dal peccato e presentarci alla tua eccelsa beatissima Maestà. Per Cristo Nostro Signore. Amen.