LA sapienza della Chiesa pone la solennità della Santissima Trinità dopo la Pentecoste; non si possono penetrare i misteri divini senza lo Spirito Santo che egli ci ha lasciato in eredità. Dio si è progressivamente rivelato ai patriarchi e ai profeti. La misericordia e la fedeltà di Dio convinsero Mosè a chiedere all’Altissimo di camminare con il popolo. Bisognerà arrivare alla manifestazione di Cristo Gesù, per cogliere l’intima essenza della Santissima Trinità. Nell’odierna celebrazione, lo Spirito Santo, ci rivela che il Padre e il Figlio desiderano ardentemente avvicinarsi agli uomini e donare la vita eterna ai credenti (Vangelo). Se il firmamento è sfuocato dalle nubi delle nostre occupazioni e il trono del suo regno è così distante dai nostri abissi, che pur Egli dice di poter penetrare: «Fatevi coraggio a vicenda», esorta san Paolo (II Lettura).
L’iniziativa del Padre e del Figlio è di stare accanto all’umanità ancora oggi. Lo Spirito Santo, invocato per la comunità di Corinto, si fa dono e impegno per i battezzati nel nome della Trinità. Noi siamo il tempio santo abitato dallo Spirito.
Fr. Gianfranco Tinello, OFMCap
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