PRIMA DOMENICA DI AVVENTO
Invocazione allo Spirito
Santo
Vangelo Mc
13, 33-37
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
In quel tempo, Gesù disse
ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate,
perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver
lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo
compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate
dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a
mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo
all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Contesto
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Siamo nel capitolo 13 del Vangelo di Marco
all’interno del discorso di Gesù relativo agli ultimi tempi, alla fine del
mondo, al ritorno glorioso di Gesù come giudice della storia.
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Il brano proposto dalla liturgia tralascia i
particolari descrittivi della fine dei tempi, e parla degli atteggiamenti
necessari per predisporsi all’incontro finale.
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Anche se il contesto liturgico dell’Avvento è
diverso, sono atteggiamenti che ben si sposano con il tempo forte che stiamo
per iniziare.
Testo
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Il testo mette in risalto due comandi,
imperativi:
o Fate
attenzione; o Vegliate: ripetuto tre volte!
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Il testo paragona la situazione dei credenti (di
chi aspetta il Signore che viene), alla situazione del portiere di casa che
deve restare vigilante in attesa del ritorno del padrone, che ovviamente
rappresenta il Signore!
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La vigilanza è ovviamente l’atteggiamento tipico
e necessario del portiere, ancor più necessaria quando giunge il buio della
notte.
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Se poi vuole farsi trovare pronto ad aprire
quando il padrone torna, complica la cosa il fatto che non sappia quando il
padrone torna.
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Il padrone è partito e…: o Ha
lasciato la casa….: il Signore non è più su questa terra, non è presente
fisicamente (se non nel sacramento) su questa terra, nella sua Chiesa.
o Ha
dato in mano la casa ai servi: anche se a volte per l’assenza del Padrone…ci
sentiamo padroni della vita, la vita ci è data in mano, ma non è nostra, è un
bene di proprietà del Padrone! Lui però si fida di noi, e ci affida la
responsabilità! o Il Padrone infatti ci ha dato potere e compiti: tocca a voi
gestire la casa (la vita, la comunità), e perché la cosa funzioni affida a
ciascuno un compito.
o Al
portiere il compito di vigilare, sia per difendere la casa, sia per attendere
il padrone che torna.
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L’esortazione alla vigilanza però è rivolta non
solo al portiere, m a tutti i servi: che non succeda che il padrone torna, e
non vi trovi operosi al vostro posto, quanto piuttosto addormentati e presi
dall’inedia, approfittando della sua assenza.
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Il ritorno del padrone sarà inaspettato e
improvviso, senza segnali premonitori; pertanto non ci si può permettere il
lusso di rilassarsi….
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Comunque sarà nel tempo che va dalla sera al
mattino dopo, dentro l’oscurità che inizia e finisce.
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“Quello che dico a voi lo dico a tutti”: nel
capitolo 13 il discorso di Gesù è una risposta a Pietro, Giacomo, Giovanni e
Andrea che lo stanno interrogando. Con questo versetto precisa che quanto sta
comandando non riguarda solo loro, ma tutti i discepoli!
Per la nostra vita
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Il tempo di Avvento ci prepara al Natale, vuole
farci speriementare la gioia di attendere qualcuno che viene certamente a
visitarci, arricchendo la nostra vita.
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E’ un po’ come tornare bambini che aspettano… S.
Lucia, è come un’innamorata che aspetta l’amato!.
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E’ iniziare ogni giornata con stupore dicendoci:
“chissà cosa il Signore vuole oggi da me!”
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Vuole farci vivere la bellezza di essere persone
che hanno delle aspettative: sempre, comunque, a qualsiasi età della vita! E
soprattutto che si aspettano qualcosa da Dio!
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La fede sottostante è quella che Dio desideri
visitare la mia vita, arricchendola della sua presenza (lo Spirito santo, la
Grazia) e dei suoi doni.
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Certamente torna, non è lontano, non ci lascia
soli: ma ci chiede di aspettarlo, di desiderarlo! S. Agostino diceva “temo che Dio passi
nella mia vita e che io non me ne accorga!” Ma
la sua è una visita che, per essere colta, richiede una vigilanza particolare: o La vigilanza è l’atteggiamento di chi
non si lascia intorpidire e annebbiare la vita dall’indifferenza, dal “così fan
tutti”, dalla superficialità, dal menefreghismo irresponsabile, dal sentirsi
padrone della vita infischiandosene degli altri, dal lasciare che le cose
vadano come sono, dal pensare che non si possa far niente per cambiare, dalla
mediocrità, etc
o La
vigilanza è l’essere fedeli al proprio compito, è l’attenzione di chi vive
compiti e responsabilità come la missione che Dio gli ha affidato e di cui
dovrà rendergli conto.
o Attenzione
è essere presenti a se stessi, alle cose che si fanno, è la responsabilità di
farle bene, è cercare Dio nelle cose che si fanno, e lasciarsi trovare da Lui
dentro i doveri di ogni giorno.
o Attenzione
è accorgersi delle persone, di quello che vivono, dei loro cambiamenti, di
quello che portano nel cuore, di come Dio lavora nella loro anima.
o Attenzione
è disponibilità a rispondere a quanto Dio sta chiedendo alla tua vita
attraverso i fatti e le persone.
Domande
1.
Da cosa ti accorgi che Dio agisce nella tua
vita?
2.
Quali sono gli ostacoli che ti impediscono di
accorgerti di Lui? Quali sono le tue distrazioni più pericolose?
3.
In questo momento della tua vita ci sono delle
situazioni o dei cambiamenti in atto attraverso i quali Dio ti sta chiedendo
qualcosa?
4. Cosa
stai facendo per coltivare la tua fede, il tuo rapporto con Dio, per lasciarlo
entrare di più nella tua vita?