Blog Religioso

Questo blog è rivolto a tutti quelli che hanno fame e sete di Dio



mercoledì 16 marzo 2016

La Figura di San Giuseppe



«Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 
la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù. ». (Mt. 1,24-25) 

- San Giuseppe, custode della Sacra Famiglia 

Riflettere un poco, in questi giorni, su San Giuseppe è per noi una gioia grande. 
Il genio pastorale di Papa Giovanni Paolo II gli ha dedicato una esortazione apostolica "Redemptoris custos" per rendere omaggio e stimolo pastorale a questo straordinario santo, a questo straordinario uomo di Dio, a questo "uomo giusto". 

Legittimamente la sua figura viene messa in secondo piano dalla centralità del figlio, il Salvatore Gesù e la madre Maria. Tuttavia l'economia della salvezza deve moltissimo a quest'uomo giusto. Anzi i nostri tempi in crisi di paternità e di "uomini giusti" esigono una presenza così autorevole ed un amico santo che ci porti meglio a comprendere il mistero dell'Incarnazione. Maria sua sposa e nostra madre, Maria Madre di Dio non ce ne voglia se concentriamo le attenzioni a questo meraviglioso esempio di padre e di sposo. Anzi, ne siamo certi, la stessa Vergine ci chiede di dare giusta rilevanza pastorale all'uomo "giusto" che è stato ed è San Giuseppe.



TRIDUO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE



Da recitarsi tutto intero per tre giorni di seguito a partire dal 16 Marzo o dal 28 Aprile oppure ogni volta che si desidera esprimere la propria devozione al santo o domandare qualche Grazia speciale



Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen



O Dio vieni a salvarmi

Signore vieni presto in mio aiuto



Gloria al padre

Credo



O san Giuseppe, mio protettore, a te ricorro, affinchè mi ottenga dal Sacro Cuore di Gesù questa grazia. Per i miei peccati, non merito di essere esaudito. Supplisci alle mie mancanze e, potente quale sei, fa' ottenuta per tua pia intercessione la sospirata grazia, io possa venire ai tuoi piedi, per renderti i doverosi omaggi della mia gratitudine.

Gloria al Padre



Non dimenticare, o caro san Giuseppe, che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che fosse, è ricorsa a te rimanendo delusa nella fiducia e nella speranza in te riposte. A mille splendono le grazie e brillano i favori che tu intercedi per i poveri afflitti. Non permettere, o gran santo, che io abbia ad essere il solo a restare privo della grazia che ti domando. Mostrati potente e generoso anche verso di me, e la mia lingua, la mia anima, il mio cuore, ringraziandoti canteranno: "Viva in eterno il glorioso patriarca San Giuseppe".

Gloria al padre



O eccelso capo della Santa Famiglia, io ti venero profondamente, e di tutto cuore ti invoco. Già a tutte le anime afflitte che ti hanno pregato hai concesso conforto e pace, grazie e favori. Degnati, quindi, di consolare col tuo aiuto, anche l'animo mio addolorato che non trova riposo fra le angustie, da cui è oppresso. Tu, o gran Santo, vedi in Dio tutti i miei bisogni; tu, dunque, sai quanto mi è necessaria la grazia, che ti domando. Se mi ottieni questa grazia, io ti prometto di amarti sempre e di servirti fedelmente sino alla morte. O san Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbi pietà del mio dolore.

Gloria al Padre


Ricordati, o verginale sposo di Maria Vergine, o mio dolce protettore, san Giuseppe, che nessuno ha mai invocato la tua protezione e chiesto il tuo aiuto senza essere stato consolato. Con questa fiducia, a te mi rivolgo e fervorosamente mi raccomando. O "Padre" del Redentore, ascolta la mia preghiera ed esaudiscila pietosamente. Amen.


lunedì 14 marzo 2016

Il messaggio spirituale



Il fascino che quest’icona ha suscitato durante i secoli, non si spiega soltanto per le sue qualità artistiche o per il ruolo avuto nella storia della Russia. Chi l’osserva intuisce che queste forme, portatrici di un intenso linguaggio simbolico, introducono nella realtà del mistero del Dio incarnato.



Maria è, prima di tutto, la Madre di Dio. E’ questo titolo, il più grande mai dato ad una donna, che ci offre la chiave per comprendere la dignità di Maria, intimamente legata al mistero del Verbo fattosi uomo. Il suo sguardo non è quindi quello di una mamma fiera di un bambino eccezionale, ma uno sguardo che irraggia e dirige verso di noi tutta la ricchezza interiore di colei che ha contemplato suo Figlio per tutta la vita. È uno sguardo di fede.



Con una mano Maria stringe a sé il Figlio, mentre l’altra s’innalza verso di lui, con un gesto delicato e rispettoso, come se volesse sostenerlo. Al tempo stesso è un gesto d’invito che dirige la nostra attenzione verso il Bambino (Odighitria).



Sebbene la Vergine occupi il posto centrale dell’icona, la sua presenza è tutta per il Figlio. L’inclinazione della testa, il busto leggermente girato, il gesto delle mani attorno al Figlio, fanno di lei il luogo della presenza del Verbo incarnato.



Guardando il Bambino più da vicino, si nota che non ha la forma di un piccino. Egli è vestito come un adulto: il volto luminoso e la tunica dorata ci mostrano che egli è il Verbo, il Signore di tutti i tempi, la gloria di Dio. Tutto in lui è luminoso; secondo la definizione del concilio di Nicea, egli è “Dio, da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”. Questa luminosità interiore approfondisce l’intimità tra la Madre e il Figlio nel loro tenero abbraccio. Nel gesto materno si esprime tutta la verità del dogma dell’incarnazione: Maria è veramente madre di colui che è veramente Dio.



Sulla fronte e sulle spalle, la Madre porta una stella brillante, simbolo ed espressione del dogma che afferma che Maria è vergine prima, durante e dopo la nascita del Figlio. Sotto la stella sulla fronte, gli occhi rivelano una verginità che penetra tutto il suo essere. È la disponibilità totale dello Spirito divino che fa di lei uno strumento della potenza creatrice di Dio. Essere madre ed essere vergine, quindi, non sono più realtà incompatibili, ma si completano e sono necessariamente legate l’una all’altra. Maria è madre di Dio, perché è vergine.



Di fronte alla sofferenza l’uomo cerca invano parole che consolino; la Parola consola con tenera carezza.

ICONA MADONNA DELLA TENEREZZA

La tradizione vuole che l'icona della Madre della Tenerezza sia stata dipinta da San Luca . In verità sembra che sia stata composta a Costantinopoli nel XII secolo. Donata dal patriarca di Costantinopoli ad un principe russo, fu collocata in una Chiesa situata nella città di Vladimir, vicino Mosca. A questa Vergine furono attribuiti numerosi miracoli tra cui la salvezza della città di Mosca che era stata assediata dai Tartari di Tamerlano . Fu proclamata protettrice della Russia. 
Davanti a lei venivano consacrati i patriarchi ed incoronati gli Zar . E' l'icona più conosciuta nel mondo cristiano. 
Giovanni XXIII la proclamò simbolo e patrona dell'unità delle Chiese . 
L'icona veniva dipinta nel digiuno e nella preghiera ed è all'interno di questo stesso clima di preghiera che noi desideriamo che la Madre della Tenerezza ci dica in che cosa consiste essere contemplativi nel proprio Nazareth.






È l’icona esemplare della Madre di Dio della tenerezza.



I Greci la chiamano “Eleusa” = la MISERICORDIOSA,

mentre i Russi “Umilenie” = l’INTENERIMENTO.



L’appellativo greco guarda più all’atteggiamento e ai sentimenti della Madre; quello russo alle conseguenze dell’intercessione di Maria sul Figlio che s’intenerisce per Lei e per noi.



L’icona di Vladimir mostra una madre che stringe affettuosamente il figlio contro il petto. Però il suo volto, fine e aristocratico, non esprime gioia: gli occhi profondi, pieni di tristezza, guardano dritto verso i fedeli e li affascinano con la loro espressione misteriosa ed afflitta. Anche il volto del Bambino riflette gravità e concentrazione.



La Vergine è rappresentata a mezzo busto. Tiene il Bambino sul braccio destro e lo stringe contro di sé. Inclinando la testa tocca con la sua guancia quella del Figlio, che risponde appoggiando la mano sulla Madre. È da questo gesto di tenerezza che l’icona ha preso il nome.

Questo gesto è ripetuto nelle icone della Passione raffiguranti Maria che abbraccia il Figlio morto. C’è, dunque, relazione tra la sofferenza della Madre, la Passione del Figlio e la Tenerezza di ambedue. La Madre esprime la potestà di intenerire il Figlio: intercede presso di lui in favore dell’umanità. Evoca tenerezza compassionevole. Nell’icona la sofferenza si trasfigura in amore, in vicinanza, in tenerezza.

L’ADULTERA

Gv 8, 1-11


Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».



Gesù è al Tempio ed insegna. I farisei, animati dalla volontà di tentare il Signore in qualsiasi modo, gli portarono un’adultera la quale era stata colta sul fatto, e che, secondo la legge mosaica, avrebbe dovuto venire lapidata.

Questa pena, però, veniva in quel tempo commutata dai farisei in una forte ammenda pecuniaria se l’adultera era una persona facoltosa, mentre se era povera ma giovane e bella, veniva di solito frustata e poi doveva servire alla gente del Tempio; è chiaro invece che una vecchia e brutta era al sicuro dall’adulterio già per sua stessa natura.

Ora, l’adultera di cui parliamo era ancora molto giovane, ma era povera, ed aveva voluto approfittare di quei giorni di festa per cercare di guadagnare con qualche forestiero un po’ di denaro per poter campare per qualche tempo più facilmente. Questa sarebbe evidentemente caduta tra le grinfie dei templari se non fosse stato lì presente Gesù e se i templari stessi non si fossero trovati costretti a sfruttare quell’occasione per prepararGli un tranello che, a loro parere, non avrebbe potuto mancare di farli arrivare al loro scopo, cioè quello di impadronirsi del Signore.

La misera adultera venne dunque condotta dai sapientissimi farisei immediatamente dinanzi al Signore, e quindi in mezzo il popolo il quale, naturalmente, circondava Gesù tutte le parti.

E non appena la donna, mortalmente angosciata, si trovò dinnanzi a Gesù, uno di quei luminari di sapienza domandò: «Questa donna è stata colta in flagrante atto di adulterio! Mosè in una delle sue leggi comanda che simili delitti vengano puniti con la lapidazione! Ora la legge di Mosè equivale alla legge di Dio. Tu che ne dici?»

Secondo i loro calcoli - in parte considerata la dura legge di Mosè e in parte il sermone di Gesù sulla grande Misericordia di Dio nonché l’indulgenza del Signore a loro ben nota verso i peccatori – il Signore si sarebbe trovato in un inevitabile imbarazzo, ed essi avrebbero potuto poi trovare qualche capo d’accusa contro Gesù come pure la possibilità di presentarsi al popolo per proclamare con tutta solennità che il Signore era un grande truffatore del popolo nel Quale i farisei avevano ora il pieno diritto di fare arrestare e consegnare alla giustizia.

Sennonché Gesù non rispose alla loro domanda così presto come avrebbero voluto, ma Si chinò e Si mise a scrivere il peccato dell’adultera sulla sabbia che ricopriva il pavimento, perché nell’occasione di feste così solenni si era soliti spargere sempre molta sabbia dappertutto, perché subito dopo che la festa era completamente finita il Tempio veniva ripulito e le spazzature venivano vendute qua e là a degli ebrei superstiziosi.

Ma poiché gli ebrei del Tempio insistevano nella domanda, Gesù Si alzò in piedi e disse loro che era perfettamente vero che Mosè ha dato una simile legge, però coloro che avevano il diritto di lapidare una tale peccatrice dovevano essere essi stessi senza peccato. Questo sta anche scritto. Od almeno colui che avrebbe scagliato la prima pietra doveva essere del tutto puro e senza peccato. “Chi di voi dunque è senza peccato, che scagli la prima pietra contro questa peccatrice!” La Misericordia di Dio con ciò non risultava lesa, perché Mosè diede agli uomini delle leggi savie; ora chi le conosce e non le osserva, costui si giudica da sé e suggella la propria sentenza di morte.

Dopo di che Si chinò di nuovo e riprese a scrivere come prima. Ma avendo sentito una risposta simile che essi non avevano neanche lontanamente previsto, tutti, dal più altolocato al più meschino, non poterono più aprir bocca, e ciascuno abbandonò al più presto possibile il Tempio e si ritirò, perché la coscienza parlava in loro forte dicendo che loro stessi erano sotto ogni riguardo mille volte peccatori e adulteri, e che tutto il popolo li conosceva per tali.

Trascorsi alcuni istanti, nel mezzo del Tempio non ci fu più traccia di farisei, né di ebrei del Tempio, né di leviti, servitori o sgherri; non rimasero che Gesù e la peccatrice, nonché naturalmente, in ampio circolo intorno al Signore, il popolo ed i Suoi discepoli. Il popolo era rimasto lietamente stupito di vedere come i farisei fossero stati messi in fuga con pochissime parole.

Solo allora il Signore si risollevò del tutto e non vide nessuno di quelli che avevano giudicato nel cerchio, ma soltanto la donna che avrebbe dovuto essere lapidata.

Non vi era più nessuno che poteva condannare la donna. Naturalmente Gesù era l’unico senza peccato, ma neanche Lui condannò la donna.

Il Signore ben comprende le ragioni che ci portano al peccato. E scrive i nostri peccati nella sabbia. Ci invita a ritornare alla nostra esistenza quotidiana e a non peccare più.

Infatti, peccando, ci allontaniamo volontariamente dall’Amore del Signore, e siamo più vulnerabili agli attacchi del male.

Garabandàl

L'avvenimento si svolge fra il 18 giugno 1961 e il 13 novembre 1965: la Madonna (e l'Arcangelo Michele) sono apparsi molte volte nel paesino spagnolo di San Sebastian de Garabandal, nella diocesi di Santandér. I veggenti sono quattro bambine tra gli 11 e i 12 anni: Conchita Gonzalez, Maria Dolores (MariLoli) Mazon, Giacinta e Maria Cruz Gonzalez. Nei suoi messaggi la Madonna è apparsa sempre nella qualità di Vergine del Monte Carmelo.
Nonostante la Chiesa non si sia ancora pronunciata in merito a un possibile riconoscimento ecclesiastico, le apparizioni di questo luogo sono conosciute in tutto il mondo.

Le apparizioni dell'Angelo
La sera del 18 giugno 1961, quattro fanciulle si incontrano per giocare quando odono improvvisamente un forte rombo come quello di un temporale, ma stranamente vedono il cielo senza nuvole; Conchita vede una luce meravigliosamente intensa, dove si staglia sorprendentemente una splendida figura. Di fronte a questa meravigliosa apparizione cade in ginocchio. Le amiche, temendo che Conchita sia stata colta da un malessere, fanno alcuni passi per soccorrerla quando appare loro un Angelo luminoso. Impressionate dalla luminosità e dalla figura del cherubino, rimangono impietrite e assorte in silenziosa contemplazione. Questo personaggio scompare immediatamente dallo sguardo delle ragazze.
Turbate dall'avvenimento e prese dall'agitazione, le fanciulle fanno ritorno nel villaggio e vanno istintivamente verso la chiesa del villaggio. I loro visi sbiancati suscitano la curiosità della gente e l'apparizione diviene presto nota. Durante i dodici giorni che seguirono, l'angelo apparve ancora otto volte e poi il primo Luglio parlò loro per la prima volta. "Sapete perché sono venuto?" chiese. "Per annunciare che domani, domenica, la Vergine Maria vi apparirà come nostra Signora del Monte Carmelo".

Prima apparizione della Santa Vergine Maria (2 luglio 1961 - festa della Visitazione). Verso le sei di sera le giovani si dirigono sul luogo delle apparizioni ed entrano subito in estasi. In una luce chiarissima, Maria Santissima appare con un vestito bianco e un mantello azzurro, con una corona di stelle d'oro. Sul polso destro, porta appeso ad un nastro uno scapolare marrone mentre sul braccio sinistro siede il Bambino Gesù. Due Angeli le sono a fianco ed in uno riconoscono Michele. La Santa Vergine le saluta e le invita a pregare con Lei insegnandole la vera recita del santo Rosario, ed infine le esorta a cantare alcune lodi. Infine la Madre di Dio prima del commiato le preannuncia una Sua nuova apparizione per il 3 luglio.

Annuncio del grande miracolo
Nel gennaio del 1963, la Santa Vergine predice a Conchita un grande miracolo di cui le fa vedere in anticipo la magnificenza e le dice anche la data con l'obbligo di non parlarne.
Il miracolo avverrà un giovedì alle ore 20.30 e durerà un quarto d'ora. Tale evento miracoloso avrà un significato positivo per tutta la Chiesa e accadrà nella ricorrenza di un giovane martire o di un santo molto legato alla devozione eucaristica. Inoltre la veggente accenna alla possibile data del 13 aprile, senza rendere noto l'anno, e aggiunge che sul luogo dell'apparizione rimarrà un segno soprannaturale del miracolo visibile per l'eternità. Prima di questo miracolo comparirà un segno malvagio sulla Terra. Inoltre l'evento non sarà visibile solo a Garabandal, ma in una zona ampia poiché verrà osservato anche dai monti circostanti. In occasione del miracolo tutti i malati che saranno presenti in questo luogo guariranno, non solo gli infermi credenti ma anche gli increduli.

La visione della giustizia divina
II 19 giugno 1962 appare l'Arcangelo Michele a Maria Dolores e Giacinta, avvisandole che la Santa Vergine vuole parlare solo con loro la sera seguente. Conchita, che non ha potuto recarsi con le compagne sul luogo delle apparizioni, perché ammalata, cade in estasi e prende parte a quest'apparizione per mezzo di una visione. Le persone che sono vicine al suo letto sentono la ragazza urlare: «Terribile! No, questo non lo scriverò!». Più tardi le veggenti rincasano piangendo a causa della forte emozione senza pronunciar parola con alcuno. La sera seguente si recano sole sul luogo delle apparizioni, così come era stato stabilito dall'Arcangelo Michele; gli abitanti del villaggio odono solo delle grida e alcuni di loro possono afferrare le seguenti parole: «Fai prima morire i bambini piccoli!» «Dai alla gente il tempo di confessarsi!» Un giorno le veggenti parleranno di quest'episodio notturno esclamando: «Fu terribile, come se fossimo state messe al rogo! Vedemmo la fine dei tempi!».

Il miracolo dell'ostia
Le fanciulle chiesero all'angelo di compiere un miracolo in modo che la gente potesse credere, questi infine acconsentì e annunciò per il 18 giugno, che la comunione invisibile che aveva sempre somministrato a lei e alle sue compagne in quel giorno sarebbe stata visibile sulla lingua di Conchita. Avrebbero dovuto annunciare questo con quindici giorni di anticipo. Infatti in quel giorno, Conchita cadde in estasi, mentre la gente le si affollava intorno, tirò fuori la lingua e lì apparve una bianca ostia brillante. Un testimone che si trovava a pochi centimetri tolse ogni dubbio di imbroglio e affermò: "Non sembrò essere stata depositata lì, ma si poteva invece descrivere come essersi materializzata, più velocemente di quanto potesse percepire l'occhio umano". Di questo episodio soprannaturale esiste perfino una foto!

Messaggio del 18 giugno 1965
Il giorno 8 dicembre 1964 la Madonna annuncia a Conchita l'apparizione dell'Arcangelo Michele per il 18 giugno 1965 con un suo nuovo messaggio. In questo giorno circa mille persone, da ogni parte del mondo, si radunano a Garabandàl. Affluiscono sul luogo delle apparizioni per vedere l'Angelo e addirittura con l'intenzione di fotografarlo. Conchita in estasi accoglie il messaggio della Madonna per la mediazione di Michele, non sembra affatto scossa o toccata da questa confusione.
Il giorno seguente il messaggio viene annunciato pubblicamente: «Poiché il mio messaggio del 18 ottobre 1961 non è entrato nel cuore degli uomini e non si è diffuso nel mondo, non è stato per nulla ascoltato ed è caduto nella più totale indifferenza, io vi dico che questo è il mio ultimo ammonimento in questo luogo. Il vaso è colmo, l'acqua trabocca! I vescovi e i cardinali percorrono sempre più la via della perdizione e portano con loro su questa via molte anime. All'Eucaristia si dà sempre meno importanza.
Dovreste veramente preoccuparvi che l'ira divina non crolli su di voi. Se voi pregate con animo sincero per il perdono, vi sarà perdonato. Io, vostra Madre, per intercessione dell'apparizione dell'Arcangelo Michele vi dico di correggervi. Io vi amo molto e non voglio la vostra maledizione. Siamo giunti agli ultimi avvertimenti.
Pregate sinceramente e saremo pronti a esaudire le vostre preghiere. Dovete sacrificarvi di più. Meditate la Passione di Gesù».

L'ultima apparizione (13 novembre 1965)
Quel giorno, la veggente si avvia sulla collina dell'apparizione, preparandosi all'attesa. Non ha dubbi ed è illuminata da devoto fervore nel cuore. La Santa Vergine le appare con il biondo Bambino Gesù, avvolto da una tunica, tra le braccia. Maria chiede a Conchita se le resterà per sempre fedele; la ragazza risponde che sarebbe più facile per lei se potesse vederla più spesso; allora la Beata Vergine risponde: «Voi verrete tutti aiutati, anche i miei figli Loli, Giacinta e Maria Cruz... Questa è l'ultima volta che tu mi vedi, ma anche se non mi vedrai, io sarò sempre con te e con tutti i miei figli!... Conchita perché non fai più spesso visita a mio Figlio nel tabernacolo? Perché ti lasci sopraffare dalla pigrizia? Egli ti aspetta giorno e notte». Conchita chiede alla Madonna di prenderla con lei, ma la Madre di Dio le risponde che deve restare sulla Terra per compiere opere buone e prodigarsi per il prossimo, poi sarà chiamata con lei. La veggente a queste parole abbassa gli occhi in segno di obbedienza al volere di Maria, quando li rialza vede che l'apparizione è svanita. Quasi congelata per il freddo, la fanciulla si affretta a rincasare.

La posizione della Chiesa
II dubbio e lo stato d'incertezza accennatisi negli anni del silenzio (1963-1965) ebbero il sopravvento. Le veggenti successivamente furono attanagliate dai dubbi. Nel 1965 Maria Cruz sottoscrisse dopo un interrogatorio di aver simulato una estasi, così come anche Dolores e la stessa Conchita furono tormentate dai dubbi circa la presenza di Cristo nel SS Sacramento e sulla loro vocazione. Quando ne parlava in confessione Conchita faceva risalire l'origine della sua confusione al padrone del male che la esortava a ritrattare le apparizioni.

Alle veggenti rimase solo la via della sofferenza e della croce; tuttavia con il passare del tempo, i messaggi di Garabandàl iniziarono a diffondersi.
L'Ordinariato di Santandér aveva introdotto già nell'agosto 1961 una commissione d'inchiesta, la quale però si era mostrata fin dall'inizio orientata verso lo scetticismo. In breve tempo la commissione era giunta alla decisione conclusiva: le apparizioni non erano soprannaturali.
Le testimonianze di centinaia di medici e dei religiosi che avevano osservato le apparizioni e le avevano giudicate sotto più aspetti come «inspiegabili», non furono prese in nessuna considerazione.
Nell'ottobre del 1968 l'attenzione ai fenomeni miracolosi di Garabandàl fu testimoniata da parte delle masse dei pellegrini.
Nell'aprile del 1970 la Congregazione per la dottrina della fede dichiarò le suddette apparizioni false e non degne di credibilità da parte dei fedeli.
Dal 1971 iniziarono a evidenziarsi atteggiamenti contrastanti dei vescovi spagnoli, da quelli apertamente contrari ai fenomeni di Garabandàl a quelli più tolleranti (come Juan Antonio del Val Gallo, che fece aprire nuovamente l'inchiesta).
Un alto prelato della Chiesa dichiarò che le apparizioni della Madonna a Garabandàl sono state una continuazione e un aggiornamento di quelle di Fatima, ma con un tono più apocalittico, poiché la confusione che prevale oggi nel mondo e dentro la Chiesa non era così evidente allora.
In totale a Garabandàl si contano duemila apparizioni celesti e fenomeni stellari, convalidati da numerosissime guarigioni miracolose, ottenute per intercessione della Madonna e accettate come tali dalla scienza. Tali guarigioni confermano senza alcun dubbio la presenza reale di Maria SS. in questo luogo.

La Madonna ha annunciato a Garabandàl tre eventi di portata universale: l'avvertimento divino, il miracolo meraviglioso e il castigo della giustizia divina. Non ha parlato della fine del mondo, ma della fine dei tempi.


Fatima

Fatima è un villaggio posto al centro del Portogallo, a circa 125 km a nord di Lisbona. Il 13 maggio 1917 Maria Santissima appare presentandosi come Madonna del Santo Rosario e come Cuore Immacolato di Maria a tre ragazzini: Lucia dos Santos, Francesco e Giacinta Marto, rispettivamente di dieci, nove e sette anni. Le loro famiglie, dedite al lavoro dei campi, sono umili ma non miserabili. La Madonna appare complessivamente sei volte fino a ottobre e sempre alla stessa data: il 13 di ogni mese. Prima di queste apparizioni, i ragazzi avevano già ricevuto apparizioni preparatorie da parte di un Angelo. Essi vedranno poi, oltre alla Madonna, anche altre presenze celesti e una visione dell'Inferno. I veggenti ricevono da Maria Santissima messaggi e "segreti" d'importanza mondiale. La Vergine chiede preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori e in particolare per la Russia. Il suo messaggio fu di grande attualità e strettamente connesso agli eventi storici e politici del tempo e le sue profezie, una a una, si realizzarono.
Queste apparizioni hanno dato impulso a un grande movimento spirituale da parte di masse di fedeli sempre più numerosi. Una grande impres-sione suscita lo strepitoso miracolo dell'eclissi solare, vista il 13 ottobre da molte persone. Dopo un approfondito esame da parte del vescovo J. Correia de Silva, il 13 ottobre 1930 le apparizioni di Fatima sono riconosciute come autentico fenomeno soprannaturale.

Nel corso degli anni successivi alle apparizioni, sono stati costruiti una basilica e alcuni conventi. Fatima è divenuta uno dei più famosi e importanti santuari del mondo. Suor Lucia del Cuore Immacolato di Maria scrisse I Ricordi (tra. il 1935 e il 1941), che uniti ai voluminosi protocolli delle inchieste ecclesiastiche e degli interrogatori ai piccoli veggenti formano una testimonianza voluminosa e dettagliata degli avvenimenti. Nel 1991 si calcola che fossero presenti a Fatima circa due milioni di pellegrini.

Apparizioni preliminari prima del 1917
Lucia nasce il 30 marzo 1907, è la più piccola dei sette figli di Maria Rosa e di Antonio. Nell'anno 1916 Lucia, aiutata da tre amiche, porta al pascolo il gregge della famiglia sul Monte Cabaco nella proprietà che si chiama Chousa Velha. Come scrive la stessa Lucia: "Lì passammo la giornata, anche se aveva smesso di piovere ed era apparso un sole bello e splendente. Facemmo lo spuntino e recitammo il Rosario [...]. Si stava giocando da qualche momento ed ecco che un forte vento scuote gli alberi e ci fa alzare gli occhi per vedere cosa succedeva, perché il giorno era sereno. Vediamo allora sopra l'uliveto venire verso di noi quella figura di cui ho già parlato. Giacinto e Francesco non l'avevano mai vista e io non gliene avevo mai parlato. A mano a mano che si avvicinava, riuscivamo a scorgerne le fattezze: un giovane di 14 o 15 anni, più bianco che se fosse stato di neve, e il sole lo rendeva trasparente come se fosse di cristallo e di una grande bellezza. Arrivato vicino a noi ci disse: "Non abbiate paura sono l'Angelo della pace. Pregate con me". E inginocchiatosi per terra, curvò la fronte fino al suolo e ci fece ripetere queste parole: Mio Dio, io credo, adoro, spero e vi amo! Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano". Passò un bel po' di tempo e un giorno di estate, che eravamo andati a fare la siesta a casa, stavamo giocando in cima a un pozzo, che i miei avevano in fondo al giardino e che si chiamava Arneiro. Improvvisamente, vediamo vicino a noi la stessa figura, o Angelo come mi pare che doveva essere, e dice: "Che fate? Pregate! I cuori di Gesù e di Maria hanno sopra di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all'Altissimo preghiere e sacrifici".

Passò ancora parecchio tempo e andammo a pascolare il gregge in una proprietà dei miei genitori situata sul pendio del monte un po' sopra Valinhos. È un uliveto chiamato Pregueira [...]. Appena arrivati ci mettemmo in ginocchio con la faccia a terra e cominciammo a ripetere la preghiera dell'Angelo [...] quando vediamo che sopra di noi brilla una luce sconosciuta. Ci alziamo per vedere che cosa stava succedendo e vediamo l'Angelo che aveva nelle mano sinistra un calice, sopra il quale stava sospesa un'ostia, dalla quale cadevano alcune gocce di sangue dentro al calice. L'Angelo lascia sospeso il calice per aria, si inginocchia vicino a noi e ci fa ripetere per tre volte: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, vi adoro e vi offro il preziosissimo Corpo, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, vi domando la conversione dei poveri peccatori". Poi alzò, prese nelle mani il calice e l'ostia. Diede a me l'ostia e il calice lo divise tra Giacinta e Francesco, dicendo nello stesso tempo: "prendete e bevete il corpo e il sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio". E prostrandosi nuovamente in terra, ripeté con noi altre tre volte la medesima preghiera e poi scomparve".

Prima apparizione (13 maggio) - Dopo la santa Messa domenicale i ragazzi portano a pascolare il gregge alla Cova da Iria, al Cabaco, poi diventato famoso per le apparizioni dell'Angelo. Dopo aver consumato un breve pasto e aver recitato il Rosario, iniziano a giocare. Verso le ore 12, un sfolgorio strano percorre l'atmosfera nel cielo sereno, i ragazzi credono che sia un lampo e perciò, prevedendo una tempesta, raccolgono il gregge e lo spingono verso casa. Passando vicini ad alcuni cespugli di lecci, in particolare vicino a uno alto un metro, sono abbagliati da una luce bianca chiarissima al cui centro vedono la figura di una Signora bellissima che li chiama. È la Madonna. La veste della Madre di Dio ha il candore della neve, dalle mani congiunte all'altezza del petto le pende una graziosa corona del rosario, terminante con una croce d'oro.
La Madonna reca impressi sul volto i segni di una profonda tristezza. Con un gesto amichevole trattiene i ragazzi e inizia loro a parlare.
Questo primo incontro è riportato chiaramente da Lucia nei suoi Ricordi: "Non abbiate timore! Non voglio farvi del male!" "Da dove venite?" le domandai "Io sono del Cielo!". "E cosa volete da me?" "Sono venuta da voi per pregarvi di ritornare io questo luogo sempre alla stessa data, ogni 13 del mese, e alla stessa ora. Allora vi dirò chi sono e cosa voglio. Ritornerò una settima volta ancora" "Verrò anch'io in cielo?" "Sì" "E Giacinta?". "Anche!". "E Francesco?" "Anche ma deve recitare ancora molti Rosari".
Mi ricordai di domandarle di due ragazze morte da poco tempo che erano state mie amiche: "Maria di Neves è già in cielo?" (Maria aveva 16 anni). "Sì".
"E Amelia?" (Amelia aveva 18 o 20 anni, non ricordo bene). "Aspetterà la fine del mondo in Purgatorio".
"Volete offrirvi a Dio per esercitare le pratiche di riparazione, espiare per tutti i peccati con i quali Egli viene offeso e per la conversione dei peccatori?" "Sì lo vogliamo!" "Voi dovrete soffrire molto, ma la Grazia di Dio sarà la vostra forza!".
Appena terminò di pronunciare queste parole Maria Santissima. aprì le mani e ci trasmise una luce fortissima, come un riflesso, che fuoriuscì dalle sue mani che sentimmo penetrare e ardere nel nostro petto fino alla più profonda delle profondità della nostra anima. Allora cademmo in ginocchio e recitammo interiormente la preghiera Trinitaria. Poi la Vergine ci esortò alla recita frequente del santo Rosario per la pace del mondo e la fine della guerra. Dette queste ultime parole, la Madonna iniziò lentamente a salire in direzione delle infinità celesti. La luce che la circondava le segnava la via nel firmamento del cielo". Lucia scrive ancora nei suoi Ricordi che i ragazzi non ebbero nemmeno per un attimo timore di quell'apparizione, ma solo di un probabile temporale. Solo più tardi capirono che i lampi erano solo un riflesso della luce che circondava la Santa Vergine; da allora impararono che quando quella luce si mostrava era prossima l'apparizione della nostra amata Signora.

Seconda apparizione (13 giugno) - È la festa di sant'Antonio, il patrono della parrocchia di Fatima. Dopo la santa Messa i ragazzi accompagnati da una quarantina di persone, che avevano udito delle apparizioni, si dirigono sul luogo di grazia. Così Lucia descrive questa apparizione: "Dopo aver recitato il Rosario con Giacinta e Francesco ed altre persone presenti, vedemmo di nuovo il riflesso della luce che si avvicinava e subito dopo, la Madonna sopra l'elce, tutto come nel mese di Maggio.
"Che cosa desiderate da me?" Le domandai. "Io vorrei che voi il 13 del prossimo mese ritornaste in questo luogo, che tutti i giorni recitiate il santo Rosario. Vi dirò poi più precisamente cosa desidero da voi". "Vi prego per la guarigione di un malato". "Se si converte sarà guarito in quest'anno". "Io vorrei pregarvi di prenderci con voi nel Cielo". "Sì, verrò presto a prendere Giacinta e Francesco. Ma tu dovrai restare quaggiù più a lungo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la praticherà prometto la salvezza. Queste anime saranno predilette da Dio e come fiori saranno collocate da me dinanzi al suo trono".

Terza apparizione (13 luglio) - Di questa apparizione Lucia così scrive: "Poco tempo dopo che noi giungemmo sul luogo e avevamo recitato il santo Rosario insieme con una moltitudine di fedeli, vedemmo i soliti strali luminosi e presto comparve la nostra amata Signora...".
L'essenziale del messaggio di questa apparizione è la comunicazione delle prime due parti conosciute del famoso segreto. Dopo che la Madonna ha trasmesso loro la visione dell'Inferno così dice: "Avete visto dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò molte anime si salve-ranno e vi sarà PACE.
La guerra sta per finire; ma se gli uomini non cessano di offendere il Signore, nel regno di Pio XI ne incomincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta sappiate che la prossima punizione del mondo è alle porte. Quello è il grande segno di Dio per indicare la fine del mondo a causa dei delitti dell'umanità, mediante la guerra, la fame e le persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre. Per impedire ciò, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati del mese. Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà pace. Altrimenti diffonderà nel mondo i suoi errori suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. Molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno annientate. Infine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia. Se questa si convertirà, una pausa di pace sarà concessa al mondo. Il Portogallo si manterrà sempre nell'ambito della dottrina della fede [...]. Non dite questo a nessuno, solo a Francesco però potete dirlo".
I puntini di sospensione omettono la terza parte del segreto Fatima qui di seguito riportato: poi Maria Santissima, secondo quanto Lucia scrive, conclude così il messaggio: "Quando recitate il santo Rosario dite dopo ogni singola contemplazione: "O mio Gesù, perdona i nostri peccati; conservaci dinanzi al fuoco dell'Inferno, guida tutte le anime in Cielo, in particolare quelle che più abbisognano della tua misericordia". Dopo una pausa di silenzio, le chiesi: "Desiderate ancora qualcosa da me?". "No! Oggi non voglio più nulla da te". Poi come sempre la Madonna disparve nell'infinità del firmamento celeste verso oriente".
Oltre duemila persone hanno assistito all'apparizione. Sono presenti anche alcuni parenti dei ragazzi. Pochi giorni dopo l'apparizione, la madre di Lucia porta la ragazza dal parroco che si mostra piuttosto scettico riguardo le manifestazioni soprannaturali mariane, sollevando dubbi sulla possibilità ingannatrice del demonio e decidendo di attendere gli sviluppi successivi della insolita vicenda prima di esprimersi.

Il segreto di Fatima
Nel passaggio dal secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il testo della terza parte del "segreto di Fatima", rivelato il 13 Luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima:

Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.

Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: "qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti" un Vescovo vestito di Bianco "abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre".
Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fossero di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.

Quarta apparizione (19 agosto) - Quindicimila persone confluirono sul luogo dell'apparizione il 13 agosto, nella data preannunciata tuttavia non videro la Madonna e nemmeno i veggenti, ma scorsero solamente un fulmine e furono uditi due tuoni. Quando tutti rivolsero lo sguardo verso il cielo, poterono osservare con meraviglia che le nuvole irradiavano i colori luminosi dell'arcobaleno.
Quella mattina del 13 agosto il sindaco di Villa Nova di Ourem aveva sequestrato i tre veggenti per riconsegnarli ai genitori solo tre giorni dopo. Tempo prima aveva già tentato di strappar loro di bocca il segreto e di terrorizzarli con tutti i mezzi più violenti.
La quarta apparizione quindi non avviene nello stesso luogo ma il giorno 19 agosto. Lucia e Francesco sono con il gregge sul pascolo quando vedono lampeggiare due volte, poi appare la Madonna. Maria Santissima raccomanda ai ragazzi di pregare per i peccatori che vanno all'Inferno perché costoro non hanno nessuno che pensa a loro. Inoltre predice un miracolo e alcune guarigioni per rinforzare la fede dei fedeli. Poi scompare come sempre verso oriente.

Quinta apparizione (13 settembre) - Dai Ricordi di Lucia così leggiamo:
"Quando l'ora si avvicinò, io Giacinta e Francesco passammo tra molte persone che ci stringevano, tutti volevano sapere qualcosa, avevano domande da porre, grazie da chiedere alla Madonna. Tutti chiedevano a noi di intercedere presso Maria Santissima per loro. Chi non riusciva ad arrivare a noi, a causa della folla enorme che ci stringeva e si inginocchiava ai nostri piedi, gridava a più non posso per farsi sentire. Queste scene mi riportavano alle vicende meravigliose del Nuovo Testamento quando Gesù percorreva le moltitudini della Palestina. "Come stringe questo popolo e quanto chiede a tre poveri ragazzi che hanno la grazia di parlare con Maria. Cosa farebbe se avesse di fronte di nuovo Gesù Cristo?".
Tali erano i pensieri che mi attraversavano la mente mentre cercavamo di farci spazio tra la moltitudine di fedeli. Infine riuscimmo a giungere sul luogo di grazia in Cova da Iria, quindi presso i lecci iniziammo a pregare con la massa dei fedeli e a recitare il santo Rosario. Dopo poco notammo il solito bagliore e il lampo, allora rivedemmo la nostra amata Signora sui lecci che così disse:
"Recitate sempre il Rosario per chiedere la fine della guerra. A ottobre verrà anche nostro Signore, la nostra amata Signora dei dolori e del carmelo, san Giuseppe con il Bambino Gesù, per benedire il mondo. Dio è contento delle vostre espiazioni, portate il cilicio solo durante il giorno. Egli non vuole che lo facciate anche mentre dormite.
Sono stata implorata da molti per esaudire numerose guarigioni, in particolare quelle di un malato e di un sordomuto.
Alcuni li guarirò, altri no. A ottobre inoltre opererò il miracolo in modo che tutti credano". Dopo aver pronunciato queste parole si allontanò nell'infinità".
In questo giorno molta gente vide librare in aria e verso oriente una sfera luminosa all'orizzonte. Una nuvola bianca avvolge i ragazzi e contemporaneamente sono visti cadere sulla Terra dei piccoli fioc-chi come fiori bianchi che si sciolgono al suolo.

Sesta apparizione (13 ottobre) - È un giorno piovoso. I grandi quotidiani di Lisbona hanno pubblicato la notizia che la Vergine compirà un miracolo. La notizia attira a Cova da Iria più di cinquantamila persone, tutti sono genuflessi in riverente attesa.
"Uscimmo di casa abbastanza presto, tenendo conto dei ritardi dell'andata. Il popolo era presente in massa. La pioggia torrenziale. Mia madre, temendo che quello fosse l'ultimo giorno della mia vita, con il cuore a pezzi per l'incertezza di quello che sarebbe successo, volle accompagnarmi. Durante il cammino, le scene del mese passato, più numerose e commoventi. Nemmeno il fango dei sentieri impediva a quella gente d'inginocchiarsi nell'atteggiamento più umile e supplichevole. Arrivati alla Cova da Iria vicino all'elce, spinta da un movimento interiore, chiesi al popolo di chiudere gli ombrelli per recitare il Rosario. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e subito la Madonna sull'elce. "Che cosa volete da me?" Voglio dirti che si faccia una cappella in mio onore, che sono la Madonna del Rosario, che si continui sempre a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i soldati torneranno presto alle loro case". "Io avevo molte cose da chiedervi: se guarivate alcuni ammalati, se convertivate alcuni peccatori". Alcuni sì, altri no. È necessario che si correggano, che domandino perdono dei loro peccati. E assumendo un aspetto triste: "Non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso". E aprendo le mani le fece riflettere sul sole e, mentre si elevava, continuava il riflesso della sua luce a proiettarsi sul sole. Ecco, eccellenza reverendissima, il motivo per cui gridai di guardare verso il sole. Il mio scopo non era richiamare da quella parte l'attenzione del popolo, perché non mi rendevo conto della sua presenza. Lo feci solo perché trasportata da un movimento interiore che a ciò mi spinse".
Scomparsa la visione i ragazzi vedono intorno al sole altre visioni indistinte. Improvvisamente la sfera solare prende a roteare in un moto vertiginoso; è il prodigio annunciato dalla Madonna alcuni mesi prima. In questo moto vertiginoso il sole proietta sulle persone i colori dell'arcobaleno in tutte le direzioni.

Dai "Ricordi" di Lucia: "Venerabilissimo Signor vescovo. Vostra Eccellenza saprà bene, come alcuni anni fa Dio ha rivelato questo segno, che gli astronomi volevano denominare con il nome "aurora boreale". Io non so, ma penso solo che se si fosse esaminato attentamente, allora si sarebbe riconosciuto che sia per la forma e sia per le sembianze in nessun caso avrebbe potuto essere un'aurora boreale. Come invece avevo saputo, questo era un segno di Dio per mostrare che la spada della sua giustizia era pronta a cadere sulle nazioni colpevoli. Allora ho iniziato energicamente a preparare le comunioni espiatrici il primo sabato di ogni mese e le preghiere per la consacrazione della Russia. Lo scopo non era solo quello di chiedere la misericordia di Dio per il mondo intero, bensì in particolar modo per l'Europa.
Dio mi ha concesso nella sua infinita misericordia di farmi percepire come sarà tremenda la prossima guerra e quanta gente scenderà nell'Inferno; Vostra Eccellenza conosce già così bene queste cose, poiché io La informo di ogni cosa. Io dico sempre che le preghiere e le pratiche espiatrici in Portogallo non hanno ancora raggiunto l'armonia della giustizia divina perché queste non sono accompagnate dal miglioramento interiore delle persone e dal vero pentimento. Speriamo che Giacinta sia accolta in Paradiso e possa esserci di aiuto. Come ho scritto già nella prefazione al libro Giacinta, che le ho inviato, ella aveva avuto già la visione di alcune cose che le erano state rivelate in segreto. Così come le visioni dell'Inferno, la prossima guerra, la miscredenza degli uomini, le infermità ecc.

Nel 1925 Lucia entrò in un convento delle dorotee, ma si trasferì nel 1948 nel Carmelo di Coimbra. Con l'arrivo del nuovo vescovo, da Silva, nell'agosto del 1920, la commissione ecclesiastica d'indagine passò dall'atteggiamento di riserva a una posizione più aperta. Nel 1930 le indagini furono concluse, da Silva con la lettera pastorale del 13 ottobre 1930, poté dichiarare, le apparizioni degne di fede e ne riconobbe il culto pubblico.
Poi tutto l'episcopato portoghese produsse prove ancor più convincenti a favore dell'autenticità so-prannaturale dei fatti. Per volontà del vescovo di Leiria, Lucia scrisse nel 1935 la prima parte dei suoi Ricordi dove il punto centrale è Giacinta, per la quale era già stato introdotto il processo di beatificazione. Poi, sempre per volontà del vescovo, nel 1941 la veggente completò una nuova edizione del libro su Giacinta spiegandone diversi punti molto importanti.

Il terzo segreto doveva essere reso pubblico nel 1960. Fu inviato al vescovo di Leiria nel 1943 in busta sigillata da Lucia per volontà della SS. Vergine. Egli doveva recapitarlo al Santo Padre.

La Grande Promessa
Il 10 Dicembre 1925, la Santissima Vergine apparve a Lucia e, al suo fianco, sospesa su una nuvola luminosa, Gesù Bambino. La Santissima Vergine mise la mano sulla spalla di Lucia e, mentre lo faceva, le mostro un Cuore circondato di spine che aveva nell'altra mano. Allo stesso tempo, Gesù Bambino disse: "Abbi compassione del Cuore della tua Santissima Madre, che è coperto di spine, che gli uomini ingrati in tutti i momenti vi infiggono, senza che vi sia chi faccia un atto di riparazione per toglierle".
In seguito, la Santissima Vergine disse: "Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine, che gli uomini ingrati in tutti i momenti vi affiggono, con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarmi, e dì che tutti quelli che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, reciteranno una corona del Rosario e mi faranno quindici minuti di compagnia meditando sui quindici misteri del Rosario, con l'intenzione di offrirmi riparazione, Io prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie alla loro salvezza".