Il fascino che quest’icona ha suscitato durante i secoli, non si spiega soltanto per le sue qualità artistiche o per il ruolo avuto nella storia della Russia. Chi l’osserva intuisce che queste forme, portatrici di un intenso linguaggio simbolico, introducono nella realtà del mistero del Dio incarnato.
Maria è, prima di tutto, la Madre di Dio. E’ questo titolo, il più grande mai dato ad una donna, che ci offre la chiave per comprendere la dignità di Maria, intimamente legata al mistero del Verbo fattosi uomo. Il suo sguardo non è quindi quello di una mamma fiera di un bambino eccezionale, ma uno sguardo che irraggia e dirige verso di noi tutta la ricchezza interiore di colei che ha contemplato suo Figlio per tutta la vita. È uno sguardo di fede.
Con una mano Maria stringe a sé il Figlio, mentre l’altra s’innalza verso di lui, con un gesto delicato e rispettoso, come se volesse sostenerlo. Al tempo stesso è un gesto d’invito che dirige la nostra attenzione verso il Bambino (Odighitria).
Sebbene la Vergine occupi il posto centrale dell’icona, la sua presenza è tutta per il Figlio. L’inclinazione della testa, il busto leggermente girato, il gesto delle mani attorno al Figlio, fanno di lei il luogo della presenza del Verbo incarnato.
Guardando il Bambino più da vicino, si nota che non ha la forma di un piccino. Egli è vestito come un adulto: il volto luminoso e la tunica dorata ci mostrano che egli è il Verbo, il Signore di tutti i tempi, la gloria di Dio. Tutto in lui è luminoso; secondo la definizione del concilio di Nicea, egli è “Dio, da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”. Questa luminosità interiore approfondisce l’intimità tra la Madre e il Figlio nel loro tenero abbraccio. Nel gesto materno si esprime tutta la verità del dogma dell’incarnazione: Maria è veramente madre di colui che è veramente Dio.
Sulla fronte e sulle spalle, la Madre porta una stella brillante, simbolo ed espressione del dogma che afferma che Maria è vergine prima, durante e dopo la nascita del Figlio. Sotto la stella sulla fronte, gli occhi rivelano una verginità che penetra tutto il suo essere. È la disponibilità totale dello Spirito divino che fa di lei uno strumento della potenza creatrice di Dio. Essere madre ed essere vergine, quindi, non sono più realtà incompatibili, ma si completano e sono necessariamente legate l’una all’altra. Maria è madre di Dio, perché è vergine.
Di fronte alla sofferenza l’uomo cerca invano parole che consolino; la Parola consola con tenera carezza.
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