Blog Religioso

Questo blog è rivolto a tutti quelli che hanno fame e sete di Dio



sabato 5 marzo 2016

“Santa Maria, Madre di Dio “


Risultati immagini per “Santa Maria, Madre di Dio “Chiamiamo Maria Santa e dobbiamo capire il significato di questo attributo. Santo è, nella Bibbia, uno dei tanti attributi di Dio; è un altro nome per dire Dio. Lo ricorda la stessa etimologia: sanctus è participio passato del verbo sancire, e significa "essere separato, distinto". "Dio Santo" è Colui che trascende l'uomo e il mondo; che "abita una luce inaccessibile" ed è distinto dall'uomo. Più che una qualità morale, il termine santo indica l'essenza di Dio e la sua autorità: Dio è totalmente diverso, superiore, distinto... anche se presente e non distaccato dalle cose. Lui solo è Santo! Il Signore, che è il solo Santo, può tuttavia partecipare, e di fatto partecipa, la sua santità. Noi vediamo infatti che sono detti santi: il popolo di Israele, i Profeti, gli Apostoli, Giovanni Battista; santa è la Chiesa e santi tutti i Cristiani, partecipi della vita e della missione di Cristo. Sante sono dette sia le persone che le cose che assumono una funzione divina: i ministri del culto, il tempio, l'altare, il sacrificio, Gerusalemme, Sion. Le cose in sé sono profane, ma siccome entrano in relazione con Dio che è santo e servono il Santo, partecipano di questa santità. Ma soprattutto la santità si ha quando si imita la santità di Dio. 
Nell'Antico Testamento, Dio dice di essere santi, perché Lui è santo; e nel Nuovo: "questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione"; "siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli". Gesù, il Santo di Dio in mezzo a noi, costituisce il modello di tutte le virtù, e l'imitarlo è il modo più vero per raggiungere quella perfezione che ci consente di essere uomini maturi e integrali. 
Alla base di questa imitazione di Dio di cui Gesù è il modello supremo c'è un dono fondamentale, che eleva la sostanza stessa dell' anima rendendola partecipe della santissima natura divina. Questo dono si chiama molto significativamente "grazia santificante". Essa è ricevuta nel battesimo e rende l'anima splendente e luminosa: per questo è simboleggiata dalla veste candida. Ora, questa grazia santificante che noi riceviamo nel battesimo è stata ricevuta con sovrabbondanza dalla Vergine Maria al momento della sua Immacolata Concezione. Per questo ella è chiamata dall'Angelo: "Piena di grazia". La sua anima dunque ha avuto sin dal primo istante una bellezza e uno splendore abbaglianti. La grazia santificante, oltre a trasformare la sostanza dell' anima fa sì che essa diventi tempio dello Spirito Santo. Quindi Maria è santa anche perché lo Spirito Santo abita in lei e l'ha assunta come strumento e luogo della sua attività divina. Ella è santa quindi non tanto e solo per la conquista di una eminente santità personale, ma perché porta in sé lo Spirito Santo. Attraverso lei, lo Spirito realizza per così dire una dimensione storica; e Maria diviene, in un certo senso, la proiezione nel tempo dell' attività specifica dello Spirito: è infatti la sua santità che in lei vive e opera. È santa anche perché assunta a servizio del disegno santo di Dio di salvare l'umanità attraverso l'incarnazione del suo Figlio. Lei è stata scelta e messa a parte per diventare la Madre del Salvatore. E come tale non poteva essere contaminata dal peccato comune a tutti gli uomini. Nella sua vita Maria ha esercitato tutte le virtù proprie di una donna e di una cristiana.



Madre di Dio 
Maria genera una Persona che è Dio dall'eternità.. Gesù non è Dio per il fatto che è stato generato da Maria (sarebbe un assurdo pensare a Maria come madre della natura divina!): Maria è madre di Dio perché nelle sue viscere e dalle sue viscere comunica al Verbo una natura umana simile alla sua. Come nella generazione umana ordinaria la donna genera una persona e non una natura, così Maria genera la Persona del Verbo, il quale, pur conservando la natura divina, diviene suo vero Figlio solo quanto alla natura umana. Maria è quindi "Theotòkos", madre di Dio, perché il Figlio eterno di Dio si fa uomo da lei e per mezzo di lei. L'espressione "Theotòkos", madre di Dio, applicata a Maria Santissima, fa sì che ella possa venire chiamata "vincitrice di tutte le eresie". Infatti le eresie, cioè gli errori che riguardano il mistero dell'incarnazione del Verbo, si possono ricondurre alla negazione o della vera divinità di Gesù, o della sua vera umanità, o dell'unione della divinità con l'umanità nell'unica Persona divina del Verbo. Ora, dicendo che Maria è madre di Dio noi riconosciamo: 
1) che Gesù è veramente Dio; 
2) che è veramente uomo (altrimenti Maria non sarebbe sua madre); 
3) che in Lui c'è la sola Persona divina (altrimenti Maria sarebbe madre della persona                  umana di Gesù, e quindi non più madre di Dio). 
In breve, Gesù è vero Dio e vero uomo: - dicendo che Maria è madre di Dio, noi affermiamo la divinità di Gesù; - dicendo che è madre di Dio, noi affermiamo la umanità di Gesù. Nessuna creatura umana è stata pensata, "progettata", assunta, elevata a così alta dignità. Lo dice il Vaticano Il con incisive parole: "redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo, e a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, Maria è insignita del sommo ufficio e della eccelsa dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo. Per questo dono di grazia eccezionale, precede di gran lunga tutte le creature celesti e terrestri". Ovviamente, per questa altissima dignità Dio l'ha adeguatamente preparata "arricchendola di tutti i doni consoni a tanto ufficio". "Dio volle che l'accettazione della predestinata Madre precedesse l'Incarnazione, perché, così come una donna aveva contribuito a dare la morte, così una donna contribuisse a dare la vita. Ciò vale in modo straordinario per la Madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la Vita stessa che tutto rinnova". Noi siamo debitori a lei della vita nuova portata da Cristo; è lei che con il suo "sì" ha contribuito al disegno della redenzione, quello cioè di costituire Gesù Cristo come l'unico Mediatore e Salvatore di tutti gli uomini.



Gesù


Siamo nel cuore dell' "Ave Maria" La prima parte della nostra preghiera si apre col nome di Maria e si chiude con quello di Gesù. Il nome di Gesù rappresenta il punto d'arrivo normale e imprescindibile. 
Risultati immagini per Gesù bambinoLa vicenda di Maria di Nazaret porta a questo necessario sbocco per lei e per noi. Tutta la storia della salvezza prepara e irraggia questo nome santo che sta al centro del mondo, della storia e del cuore di ogni uomo. Gesù, il salvatore Gesù, nome frequente per gli Ebrei, significa letteralmente "Iahvè salva". Gesù è quindi il nome che indica "la salvezza operata dal Signore attraverso il frutto del seno di Maria"
Gesù ci salva: ci redime cioè dal peccato e dalla schiavitù di Satana, ci fa passare dalla morte alla vita (sia spirituale che fisica), ci libera dallo stato di asservimento al male e ci dona la grazia, che è partecipazione alla vita divina e diritto all'eredità eterna con Lui in Paradiso. Gesù, nome che è al di sopra di ogni altro nome È il nome che è al di sopra di ogni altro nome, ma è anche il nome di un Dio che si è fatto umile e povero per salvarci tutti. Gesù è un nome da invocare di frequente, più con il cuore che con le labbra. La spiritualità orientale antica ci ha trasmesso una invocazione semplice e ricca di contenuto: "Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore". È la così detta "preghiera del cuore"
È una preghiera intensa e accorata che riempie il cuore e si oppone alle preghiere prolisse, che svuotano e dissipano la mente. Sovente, in Oriente, viene sostenuta da un rosario di corde con cento nodi.

"E benedetto è il frutto del tuo seno Gesù"


Elisabetta, dopo aver proclamato Maria "benedetta fra tutte le donne", subito aggiunge: "e benedetto è il frutto del tuo grembo". L'angelo aveva già indicato le prerogative uniche di questo frutto: "Colui che nascerà sarà Santo e chiamato Figlio di Dio". E questo, grazie a un intervento che supera ogni immaginazione e possibilità umana: "lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo". Gesù, dunque, prima di essere "frutto" di Maria, è "frutto" dello Spirito Santo. E sarà Lui a proclamarlo, rifacendosi alla nota profezia di Isaia: "lo Spirito del Signore è sopra di me.. Gesù è frutto benedetto" perché nato dall'azione dello Spirito Santo "che è colui che dà la vita"; è maturato nel seno di Maria che è tempio vivente dello Spirito; ed è la benedetta fra tutte le donne. Gesù è frutto del seno di Maria nel senso più pieno e reale. Soprannaturale è il concepimento, ma normale la gestazione. Per nove mesi, come ogni altra donna, Maria custodisce il Verbo fatto carne nel proprio utero, lo sente, lo "vede" crescere, ne avverte i movimenti, l'alimenta con le proprie viscere, gli trasmette il proprio sangue e la propria vita. Questo "frutto" meraviglioso è stato provocato dall'azione dello Spirito, ma è legato alla carne, al sangue, alla materia. Ha avuto bisogno del normale grembo di una donna. Maria non ha accolto il Verbo nella propria anima, ma nel proprio corpo. Gli ha impresso il colore della propria carne e dei propri occhi; ha trasmesso al suo bambino qualcosa dei suoi lineamenti, del suo carattere, della sua sensibilità.  Dio sceglie la strada più naturale e vitale per crescere e svilupparsi, e si rende, per così dire, visibile, prima di tutto attraverso la rotondità di un ventre. Madre e figlio sono quindi due realtà indissolubili e complementari; due realtà che insieme realizzano ciò che nel mondo vi è di più grandioso e di più misterioso. Ciò vale quindi anche per Maria che ha portato sotto il suo cuore un Bimbo delizioso e questo bimbo delizioso si chiama Gesù.

“Tu sei benedetta fra le donne”


Risultati immagini per “Tu sei benedetta fra le donne”Non appena Maria si affaccia sulla soglia di casa, Elisabetta prorompe in un grido di gioia ed esclama a gran voce: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo". La gioia delle due madri è subito posta in riferimento ai figli: "il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo!". Elisabetta, illuminata dallo Spirito Santo, è immediatamente introdotta nel mistero ed esclama: "Tu sei benedetta!". Nell'Antico Testamento, ricorre spesso la parola "benedizione" (bera'ha), che significa: comunicazione di vita da parte di Dio. È Dio che benedice, che dà vigore, forza, successo, discendenza numerosa, pace, sicurezza... Dove c'è la vita, c'è il Creatore in azione; così che la benedizione non è un atto sporadico, ma un'azione incessante di Dio. La benedizione è dunque il segno del favore di Dio impresso nella creatura: non un vago augurio, ma un segno efficace che raggiunge lo scopo per cui è dato. Anche l'uomo può benedire. Dio soltanto ha il potere di benedire. Quando l'uomo benedice, lo fa in nome di Dio, come suo rappresentante. Ma esiste anche una benedizione ascendente, ed è quella che l'uomo fa quando benedice nella preghiera. Diciamo nella Messa: noi ti lodiamo, ti benediciamo.E "benedirlo" significa: riconoscere che tutti i beni di cui abbiamo il possesso vengono da Lui e a Lui debbono ritornare. Tipica è la benedizione della mensa: il pane, il vino e i frutti della terra, per il fatto che esistono, sono già benedetti. E "benedirli" significa: riceverli da Dio, Donatore supremo e quindi lodarlo, ringraziarlo e impegnarsi a utilizzarli secondo il fine per cui Egli ce li ha dati... Maria è la benedetta per eccellenza. Su nessuna creatura Dio ha riversato ricchi doni di natura e di grazia come su di lei. Dio la benedice in modo singolare e Maria, a sua volta, lo benedice magnificando la grandezza della sua misericordia: "grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome!". A Lui la lode, la benedizione "nei secoli dei secoli". Maria non è Dio, ma è elevata dallo Spirito Santo a un rango divino tale da essere Madre per eccellenza, in cui è prefigurata la maternità stessa della Chiesa e svelato in immagine il volto femminile di Dio.

“Il Signore è con te “


Nella Bibbia, la formula "il Signore è con te" ricorre in due contesti diversi: di alleanza e di vocazione. 
Nell'Antico Testamento il Signore si sceglie un popolo e stringe con lui un'alleanza. Si impegna ad assicurargli una propria presenza amorevole e fattiva di cui l'arca è il segno concreto e visibile. C'è un evidente parallelo fra l'arca dall'alleanza e Maria. Basta un piccolo esempio, fra i tanti: - Davide, confuso e spaventato per la vicinanza dell'arca, esclama: "come potrà venire a me l'arca dell'alleanza?". - Elisabetta si domanda stupita: "a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?». Maria, invocata come «arca dell'alleanza", è il "luogo" dove lo Spirito Santo realizza in maniera perenne la propria presenza e dal quale irradia la sua azione. 
Maria è la donna che attualizza e garantisce la presenza del Figlio di Dio che, nel suo sangue versato sulla croce, rende perfetta e perenne l'alleanza di Dio con il suo popolo. È con te perché tu non abbia timore. Nella storia biblica il sarò con te si ritrova in racconti nei quali Dio chiama qualcuno ad una particolare missione. Un esempio. Dio chiama Mosè: "va"! io ti mando dal Faraone Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal Faraone e per fare uscire dall'Egitto gli Israeliti?". Rispose: "Io sarò con te". Mosè incalza: "io non sono un buon parlatore;... sono impacciato di bocca e di lingua". Il Signore gli disse "Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire". Di dialoghi come questi è piena la Bibbia, e su questa linea si muove il dialogo dell'angelo con Maria. A Gabriele che chiede l'adesione ad un piano misterioso, Maria pone un'obiezione più che naturale: "Come è possibile?". Si sente piccola, povera, sproporzionata alla grandiosità di quel piano. Ma l'angelo la rassicura: non temere, abbi fiducia, non far conto su di te, ma sulla potenza del Signore!

Piena di grazia


L'angelo non la chiama Maria, ma "Kekaritoméne". Il termine originale greco è quasi intraducibile, perché ha un contenuto molto più profondo di quello che normalmente esprimiamo con i termini: favorita, gratificata, privilegiata, santificata da Dio. Ella è "Piena di grazia" perchè lo Spirito Santo scende in lei per innalzarla a quell'altezza sublime che le permetterà di generare il Figlio eterno del Padre secondo la carne: non poteva anche per un solo istante essere senza pienezza di grazia, colei che doveva generare Cristo, Redentore e Salvatore del mondo. In lei lo Spirito rende tangibile l'opera di amore e di redenzione di Dio per gli uomini, un Dio che eleva l'uomo, lo libera dal peccato, lo unisce nella figliolanza alla sua stessa vita divina. Come per l'antico Israele, Dio "ricordandosi della sua misericordia", farà "grazia" a Maria che così, diventa figura e compimento di Israele e insieme archetipo e primizia della Chiesa e di ogni cristiano.

Maria


L'aggiunta del nome "Maria" alle parole dell'angelo, 
più che arbitraria, intende racchiudere e condensare il mistero della Donna a cui il saluto è rivolto, svelarne la natura e precisarne il senso della missione. Secondo l'interpretazione più comune il nome "Maria" ha due radici: una egizia - "Myr" - che vuol dire "amata"; l'altra ebraica - " yam" - che è l'abbreviazione di Iahvè. "Miryàm" significa, dunque, "l'amata di Iahvè", "la prediletta di Dio". Il suo nome appare, di conseguenza, già indicativo del suo destino eccezionale, della sua vita straordinaria e della sua missione singolare e unica: "Miryàm", sarà per sempre la Tuttasanta, la Figlia prediletta del Padre, la Madre amorosa e sempre vergine del Figlio, la dimora e il tempio vivo dello Spirito Santo.