Elisabetta, dopo aver proclamato Maria "benedetta fra tutte le donne", subito aggiunge: "e benedetto è il frutto del tuo grembo". L'angelo aveva già indicato le prerogative uniche di questo frutto: "Colui che nascerà sarà Santo e chiamato Figlio di Dio". E questo, grazie a un intervento che supera ogni immaginazione e possibilità umana: "lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo". Gesù, dunque, prima di essere "frutto" di Maria, è "frutto" dello Spirito Santo. E sarà Lui a proclamarlo, rifacendosi alla nota profezia di Isaia: "lo Spirito del Signore è sopra di me.. Gesù è frutto benedetto" perché nato dall'azione dello Spirito Santo "che è colui che dà la vita"; è maturato nel seno di Maria che è tempio vivente dello Spirito; ed è la benedetta fra tutte le donne. Gesù è frutto del seno di Maria nel senso più pieno e reale. Soprannaturale è il concepimento, ma normale la gestazione. Per nove mesi, come ogni altra donna, Maria custodisce il Verbo fatto carne nel proprio utero, lo sente, lo "vede" crescere, ne avverte i movimenti, l'alimenta con le proprie viscere, gli trasmette il proprio sangue e la propria vita. Questo "frutto" meraviglioso è stato provocato dall'azione dello Spirito, ma è legato alla carne, al sangue, alla materia. Ha avuto bisogno del normale grembo di una donna. Maria non ha accolto il Verbo nella propria anima, ma nel proprio corpo. Gli ha impresso il colore della propria carne e dei propri occhi; ha trasmesso al suo bambino qualcosa dei suoi lineamenti, del suo carattere, della sua sensibilità. Dio sceglie la strada più naturale e vitale per crescere e svilupparsi, e si rende, per così dire, visibile, prima di tutto attraverso la rotondità di un ventre. Madre e figlio sono quindi due realtà indissolubili e complementari; due realtà che insieme realizzano ciò che nel mondo vi è di più grandioso e di più misterioso. Ciò vale quindi anche per Maria che ha portato sotto il suo cuore un Bimbo delizioso e questo bimbo delizioso si chiama Gesù.
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