Siamo invitati a cambiare lo sguardo, non solamente sulla Chiesa nella società attuale, ma anche su noi stessi. Invece di fermarci sullo «spettacolo» esteriore che ci offre la Chiesa, accettiamo di essere toccati dai molteplici percorsi di coloro che, in un modo o nell'altro, ci attorniano nelle nostre comunità, ai margini o altrove; lasciamoci impressionare da ciò che ogni individuo vive con gioia o con sofferenza sul proprio cammino e rendiamoci interiormente presenti a tutti coloro che, di giorno in giorno, si lasciano condurre da Dio...
Questo semplicissimo atto di contemplazione non può restare senza effetto: interpella ciascuno di noi sul proprio itinerario. E se, per esistere oggi, questa Chiesa non potesse fare a meno del mio itinerario unico e insostituibile e della mia disponibilità a lasciare lo Spirito lavorare dentro di me? In segreto posso provare una certa sofferenza di fronte al gioco di ruoli ecclesiali che mi sembra così inadatto alla nostra epoca e, in ogni caso, senza attrattiva per me. Ma ho già parlato a qualcuno di questa sofferenza? Sicuramente è condivisa da altri. E se fossi più consapevole di ciò che Dio ha «disposto», sin dall'epoca neotestamentaria, nella sua Chiesa e delle figure variabili che questa «disposizione» ha assunto nel corso della storia, non sarei certamente portato a fare maggior affidamento sulle mie intuizioni e sulla mia creatività?
È ovvio: le riflessioni dei nostri primi tre capitoli resterebbero lettera morta se non conducessero il lettore a chiedersi concretamente ciò che Dio gli dona, in maniera unica, e come questo dono contribuisca a edificare la Chiesa; in breve, se non arrivasse a porsi in modo preciso la questione della propria «vocazione». Questo quarto capitolo vorrebbe proporgli un metodo semplice per aiutarlo su questo cammino.
Ricordiamo tuttavia, prima di proseguire, che molte indicazioni gli sono già state date nei capitoli precedenti. Ognuno di essi, infatti, terminava con qualche consiglio e con una domanda precisa: come ascoltare meglio? Come rendersi meglio conto che delle persone mi hanno già aiutato molto nella mia ricerca, al punto da essermi «identificato» con esse? Come approfittare della storia per relativizzare ciò che agita oggi la Chiesa, e comprendere meglio i mutamenti che sta vivendo e così alleggerire un po' le mie sofferenze al riguardo?
Rileggendo più attentamente l'insieme dei capitoli, si potrà notare che la nostra meditazione si basa su una specie di treppiedi: il mio itinerario assolutamente unico e ancora incompleto
(1) - da mettere in relazione con le grandi figure bibliche di vocazione, da Abramo fino a Gesù e i suoi discepoli, presentate nel primo capitolo
(2) - e da iscrivere nella storia della Chiesa, con i suoi modi di dare corpo allo stile di vita di Cristo e dei suoi discepoli nelle società dove i cristiani vivono, e di discernere ciò che è opportuno qui e ora
(3) - Si presenta così davanti a noi un insieme di riferimenti da prendere sul serio o delle «voci» da ascoltare quando intraprendiamo concretamente la nostra ricerca.
Nella linea di ciò che è stato proposto nel secondo capitolo, ricordiamo che in ogni momento può essere utile chiedere «consiglio» a una persona in cui si ha fiducia.
In un primo tempo, vorremmo aiutare il lettore a individuare con più precisione quel che accade in lui. In un secondo tempo, esamineremo con esso una serie di «scelte spirituali» che inevitabilmente gli si presentano quando si mette alla ricerca della sua strada. Infine, presenteremo le tappe di un «cammino modello» di discernimento, metodo da seguire senza rigidità e da applicare alla sua situazione assolutamente singolare.
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