Gesù muore dopo tre ore di agonia
Dal Vangelo secondo Marco. 15, 33-34. 37. 39
Venuto mezzogiorno,
si fece buio su tutta la terra,
fino alle tre del pomeriggio.
Alle tre Gesù gridò con voce forte:
Eloì , Eloì , lema sabactà ni?,
che significa:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?...
Ed egli, dando un forte grido, spirò ...
Allora il centurione che gli stava di fronte,
vistolo spirare in quel modo, disse:
" Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!".
Dal Vangelo secondo Marco. 15, 33-34. 37. 39
Venuto mezzogiorno,
si fece buio su tutta la terra,
fino alle tre del pomeriggio.
Alle tre Gesù gridò con voce forte:
Eloì , Eloì , lema sabactà ni?,
che significa:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?...
Ed egli, dando un forte grido, spirò ...
Allora il centurione che gli stava di fronte,
vistolo spirare in quel modo, disse:
" Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!".
Ecco il più alto, il più sublime operare del Figlio in unione col Padre. Sì : in unione, nella più profonda unione, proprio quando grida: " Elì Elì, lamma sabacthà ni ", " Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? " (Mc 15, 34; Mt 27, 46).
Questo operare si esprime con la verticalità del corpo teso lungo la trave perpendicolare della Croce con l'orizzontalità delle braccia tese lungo il legno trasversale. L'uomo che guarda queste braccia può pensare che esse con lo sforzo abbracciano l'uomo e il mondo.
Abbracciano.
Ecco l'uomo. Ecco Dio stesso. " In Lui... noi viviamo, ci moviamo e siamo " (At 17, 28). In Lui: in queste braccia tese lungo la trave trasversale della Croce.
Il mistero della Redenzione. Gesù inchiodato alla Croce, immobilizzato in questa terribile posizione, invoca il Padre (cf. Mc 15, 34; Mt 27, 46; 60 Lc 23, 46). Tutte le sue invocazioni testimoniano che Egli è uno con Lui. " Io e il Padre siamo una sola cosa " (Gv 10, 30); " Chi ha visto me, ha visto il Padre " (Gv 14, 9); " Il
Padre mio non ha mai lasciato di operare fino al presente ed io pure opero " (Gv 5, 17).
Noi che abbiamo la croce per compagna inseparabile durante la nostra vita, siamo certi che su di essa esaleremo il nostro ultimo respiro: ma è anche certo che essa sarà la porta per cui entreremo alla vita.
Baciamo costantemente questo pegno sacro e benedetto: abbracciamolo con tenerezza ed amiamolo come il più grande dei nostri tesori.
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