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venerdì 19 febbraio 2016

Meditazione della ottava stazione

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù , voltandosi verso le donne, disse:
" Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me,
ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà :
Beate le sterili e i grembi che non hanno generato
e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti:
Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci!
Perché se trattano così il legno verde,
che avverrà del legno secco? ".


Ecco la chiamata al pentimento, al vero pentimento, al rimpianto, nella verità del male commesso. Gesù dice alle figlie di Gerusalemme che piangono alla sua vista: "Non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli " (Lc 23, 28). Non si può restare alla superficie del male, bisogna arrivare alle sue radici, alle cause, alla verità della coscienza fino in fondo.
Proprio questo vuole dire il Gesù che porta la Croce, che da sempre " conosceva ciò che sta nell'uomo " (cf. Gv 2, 25) e sempre lo conosce. Perciò Lui deve restare sempre il più vicino testimone dei nostri atti e dei giudizi che su di essi facciamo nella nostra coscienza. Forse ci fa persino comprendere che questi giudizi devono essere ponderati, ragionevoli, oggettivi-dice: " non piangere "-, ma nello stesso tempo legati con tutto ciò che questa verità contiene: ce ne avverte perché è Lui che porta la Croce.
Ti chiedo, Signore, di saper vivere e camminare nella verità!
Il mondo piange difronte alla sofferenza, ma Gesù ci dice a noi che lo seguiamo per il cammino stretto, che un giorno, il mondo ci vedrà camminare per ampie e fiorite praterie, mentre lui ed i suoi seguaci cammineranno sopra il fuoco che essi stessi si preparano coi loro godimenti.



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