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venerdì 19 febbraio 2016

Meditazione della settima stazione

Gesù cade la seconda volta

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 1-2. 9. 16

Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce...
Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
ha ostruito i miei sentieri...
Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere.


"Io sono un verme e non un uomo, ludibrio a tutti, scherno della plebe " (Sal 22, 7): le parole del profeta salmista trovano la loro piena realizzazione in queste strette, ardue stradine di Gerusalemme, durante le ultime ore che precedono la Pasqua. E si sa che queste ore, prima della festa, sono snervanti e che le strade sono affollate. E in tale contesto che si verificano le parole del salmista, anche se nessuno ci pensa. Non si rendono certamente conto di questo coloro che dimostrano disprezzo, per i quali questo Gesù di Nazaret che cade per la seconda volta sotto la Croce è diventato oggetto di ludibrio.
E Lui lo vuole, vuole che si compia la profezia. Cade, quindi, esausto a causa dello sforzo. Cade per volontà del Padre, volontà pure espressa nelle parole del Profeta. Cade per volontà propria, perché : " come si adempirebbero le Scritture?"(Mt 26, 54): " Io sono un verme e non un uomo " (Sal 22, 7), quindi neppure " Ecce Homo" (Gv 19, 5), ancor meno, ancor peggio.
Il verme striscia attaccato alla terra; l'uomo, invece, come re delle creature, vi cammina sopra. Il verme rode anche il legno: come il verme, il rimorso del peccato rode la coscienza dell'uomo. Rimorso per la seconda caduta.
Noi che siamo invitati a camminare alla sequela di Gesù, non perdiamoci di coraggio se nella nostra vita senza consolazioni umane e piena di aridità ci vediamo privati da ogni consolazione spirituale. Prendiamo animo alla vista del nostro Modello sul cammino del Calvario. Si rialza e prosegue il cammino fino al termine. Se vogliamo attingere un po' di forza, andiamo e baciamogli i piedi!



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